Scoperto come sistema immunitario blocca virus AIDS. Vicini a vaccino
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A un passo dal vaccino contro l’AIDS: scoperto il modo in cui il sistema immunitario blocca il virus dell’HIV

da | Mar 2014 | News | 0 commenti

Presto l’AIDS potrebbe smettere di fare paura. Un team di ricercatori americani e sudafricani ha fatto una scoperta fondamentale che ci porta a un passo dalla sintesi di un vaccino efficace contro l’HIV. Gli scienziati hanno individuato un meccanismo che consente al sistema immunitario di bloccare il virus che causa la terribile malattia e che potrebbe con ogni probabilità essere usato come base per lo sviluppo di un farmaco immunizzante.

Di AIDS si continua a morire e la diffusione della malattia, sebbene più lenta, è sempre costante, specie in aree povere del mondo come l’Africa. Un vaccino sarebbe pertanto una speranza per milioni di persone, che sarebbero al riparo dal contagio, e potrebbe col tempo portare a debellare la malattia.

La scoperta fatta dai ricercatori del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), della Columbia University, del Centre for the AIDS Programme of Research del Sudafrica (CAPRISA) e del National Institute for Communicable Diseases di Johannesburg è fondamentale perché per la prima volta è stato individuato un meccanismo attraverso cui il sistema immunitario stesso tenta di fermare il virus dell’HIV, colpendolo nel suo tallone d’Achille. Si tratta di potenti anticorpi in grado di scagliarsi contro la regione V1V2 del virus, considerata una di quelle più vulnerabili. L’area denominata V1V2 è anche una delle poche a restare invariata durante le rapide mutazioni del virus dell’AIDS e questo ha portato gli scienziati a pensare che, se si riuscisse a sviluppare un vaccino che attivi anticorpi in grado di indirizzarsi specificamente in quella regione, si potrebbe ottenere un immunizzazione efficace dall’infezione da HIV.

I ricercatori hanno potuto osservare l’azione di questi anticorpi, chiamati CAP256-VRC26, in un campione di sangue prelevato da un volontario infettato dal virus nelle settimane precedenti, che li aveva sviluppati naturalmente. Confrontando vari prelievi ematici del soggetto, effettuati tra 15 settimane e 4 anni dopo l’infezione, gli scienziati hanno visto come avviene l’evoluzione degli anticorpi nel corso della mutazione del virus dell’AIDS e individuato le fasi dell’interazione tra virus e anticorpi che fa sì che i CAP256-VRC26 si sviluppino nella loro forma definitiva e più potente, in grado di contrastare l’HIV.

Gli scienziati hanno anche osservato come, dopo poche mutazioni, una versione intermedia degli anticorpi sia già in grado di bloccare molti dei ceppi conosciuti del virus che causa l’AIDS. I membri del gruppo di ricerca che ha condotto lo studio sono adesso ottimisti circa la possibilità di elaborare un vaccino che stimoli la produzione di anticorpi indirizzati alla regione V1V2 dell’HIV e circa la sua efficacia nel neutralizzare il virus.

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