Anche l’uomo di Neanderthal si truccava e apprezzava un concetto astratto come la bellezza. A scoprirlo sono stati i ricercatori dell’università di Bristol, i quali hanno ritrovato conchiglie che avevano la funzione di contenitori per pigmenti e altre usate per fare collane.
A quanto pare anche all’uomo di Neanderthal potrà essere attribuita una certa intelligenza, fino ad ora riconosciuta solo all’Homo Sapiens. Anche la paleontologa Laura Longo dell’Università di Siena e studiosa dei Neanderthal su questo è d’accordo:
i dati genetici dicono che Neanderthal e Homo Sapiens non sono parenti, ma questo non significa che i primi non avessero capacità di astrazione.
La scoperta delle conchiglie, un vero e proprio beauty case dei Neanderthaliani, è avvenuta nei siti Cueva de los Aviones e Cueva Anton, entrambi nel Sud-Est della Spagna. All’interno delle conchiglie usate come contenitori, sono rimaste piccole quantità di pigmenti. Alcuni sono composti dai minerali lepidocrocite, ematite e pirite. Molto probabilmente il loro colore originario era un nero brillante. Altri pigmenti ritrovati sono rossi e gialli, questi ultimi simili a un cosmetico usato nell’antico Egitto.
La scoperta è importante in quanto fin dalla sua scoperta l’uomo di Neanderthal sembra sia stato “etichettato” come un primitivo e di fatto così viene considerato anche nell’immaginario collettivo. Tutt’oggi anche gli addetti ai lavori sono divisi fra coloro che sostengono che l’uomo di Neanderthal avesse capacità cognitive e chi rifiuta del tutto questa possibilità.