L'Università della Tuscia sbarca su Marte
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Anche l’Università nello spazio: la Tuscia sbarca su Marte

da | Lug 2014 | News | 0 commenti

Unitus su Marte. Non è un film di fantascienza, ma la realtà. L’Università della Tuscia sbarca sul “Pianeta rosso” per portare avanti un esperimento volto a dimostrare se determinati microrganismi siano in grado di sopravvivere alle condizioni spaziali o meno e, in tal caso, per quanto tempo ne siano capaci. Una missione tanto affascinante quanto importante, che potrebbe portare allo scoperto altre caratteristiche, finora sconosciute o magari poco chiare, riguardanti il quarto pianeta del nostro sistema solare.

In particolare, l’esperimento messo in atto dai ricercatori dell’Università di Tuscia su Marte vede come oggetto alcune colture di microfunghi provenienti dalle rocce dell’Antartide. Microrganismi preparati e studiati, sotto la responsabilità del professor Silvano Onofri, nei laboratori del Dipartimento di Scienze ecologiche e biologiche dell’ateneo viterbese nell’ambito, per l’appunto, del progetto nazionale di ricerche in Antartide. Una missione finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana e che rientra nel quadro della preparazione dell’esplorazione di Marte.

L’Università della Tusciasbarca sul “Pianeta rosso” per esporre questi campioni biologici essiccati all’esterno della stazione spaziale. E questo per un intervallo di tempo che potrebbe andare da un anno e mezzo a due anni. Questi microrganismi verranno sottoposti a condizioni ambientali per nulla facili, anzi quasi estreme: giusto per rendere l’idea delle difficoltose condizioni in cui verrà compiuto l’esperimento, basti pensare che su Marte il vuoto assoluto e la radiazione non schermata dall’atmosfera potrebbero arrivare ad arrostire ed essiccare un essere un umano nel giro di pochissimi minuti.

Già nel 2010, durante un altro esperimento battezzato Life e sempre sulla Stazione Spaziale Internazionale, il professor Onofri aveva dimostrato che questi microrganismi sono in grado di sopravvivere nello spazio fino a un anno e mezzo. Adesso, scopo di questa nuova missione è verificare se le colture microfunghi provenienti dall’Antartide, sottoposte alle condizioni spaziali di Marte, siano in grado di lasciare nelle rocce tracce che potrebbero essere trovate in quelle del pianeta stesso o nelle meteoriti.

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