Terremoto Emilia 2012, stress post-traumatico per 8 bambini su 10
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Università di Modena e Reggio Emilia, studio sul terremoto: “Disturbi da stress post traumatico per 8 bambini su 10”

da | Giu 2013 | News | 0 commenti

Secondo uno studio condotto dall’Università di Modena e Reggio Emilia – nato per analizzare gli effetti dei terremoti del Maggio 2012 – le scosse avrebbero provocato disturbi da stress post-traumatico in ben l’80 per cento dei bambini. Una tasso piuttosto alto, che “cresce con l’età, e con la conseguente comprensione dell’evento, della sua drammaticità e pericolosità”. Il picco massimo viene toccato tra gli allievi che frequentano la quinta elementare: tra essi accusano sintomi da stress post-traumatico l’84 per cento dei bimbi italiani e l’88 per cento di quelli stranieri.

A tali risultati si è giunti, analizzando le risposte delle interviste individuali e dei questionari somministrati a 900 alunni delle scuole primarie di Rovereto sulla Secchia, Carpi e Novi di Modena selezionati per il campione. I dati sono stati raccolti a Novembre del 2012 dai tirocinanti, appositamente formati, provenienti dai corsi di laurea in Scienze dell’educazione e Scienze della formazione. Lo studio sul terremoto realizzato dall’Università di Modena e Reggio Emilia è stato condotto non soltanto per individuare l’impatto dell’evento sui più piccoli, ma anche i fattori che hanno contribuito a contenerne gli effetti, così da trovare le soluzioni migliori per interventi futuri.

Il terremoto che ha colpito il territorio emiliano l’anno scorso non ha avuto ripercussioni solamente sui bambini – che a causa di questo trauma presentono problemi legati al sonno, all’ansia, alla tensione e ai disturbi dell’attenzione – ma anche i genitori. Più precisamente, sarebbero “le madri a presentare quadri più stressati, come suggerito dal dato impressionante secondo cui il 92 per cento (a fronte del 76 per cento dei padri) presenta segni di stress post-traumatico”. Il venir meno della fiducia verso il futuro ha provocato inoltre – sempre secondo questo studio – un incremento del consumo degli psicofarmaci nelle zone colpite dal terremoto.

Dall’indagine, però, emerge anche un dato positivo, riguardante l’integrazione: al contrario degli adulti, infatti, “gli alunni si vedevano – sottolinea la ricerca – come un gruppo unico, quello delle vittime del terremoto, e desideravano conoscersi e aiutarsi l’uno con l’altro, indipendentemente dalle appartenenze sociali e dell’origine etnica”. In sostanza, il sisma e ciò che ne è conseguito avrebbero rafforzato “i legami sociali tra due gruppi (italiani e stranieri) le cui relazioni sono spesso conflittuali”.

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