Una storia che ha dell’incredibile. Uno di quei racconti che le produzioni hollywoodiane non si faranno scappare quando si tratterà di riportare, come ben ricorda la storia del cinema americano, l’ennesima catastrofe che sta investendo il pianeta
Stavolta però non ci sarà bisogno di fiction per alzare la tensione, basterà solo raccontare i fatti. Akiko Kosaka, una studentessa giapponese iscritta all’Università della California a Riverside, aveva perso ogni speranza di riabbracciare la sua famiglia sana e salva, situata nel paese di Minami Sanriku, il villaggio di pescatori dove più della metà dei 17 mila residenti sono stati spazzati via dal violentissimo tsunami, e risultano ad oggi ancora dispersi. Come lei tantissimi altri giovani studenti emigrati.
Akiko non si è persa d’animo e ha contattato tutti gli amici, i parenti, i conoscenti nel paese, non riuscendo a parlare e a mettersi in contatto con nessuno di loro. Fino a che un’amica, un’altra studentessa, le ha detto di aver visto in un video in Tv una persona che le ricordava molto sua sorella.
La giovane studentessa ha inziato, come racconta in questo video, una ricerca disperata di tutti i video amatoriali e professionali sul terremoto in Giappone, con risultati a cui lei stessa stenta a credere. In un video girato nel suo paese di origine, si vede solo una casa rimasta in piedi per metà, non ancora del tutto distrutta, e sul balcone, nella parte più alta, appare una giovane con dei cartelli e dei fogli scritti a penna, che dirige gridando verso le telecamere.
È sua sorella, che scrivendo sui cartelli “KosaKa”, il cognome dalla famiglia, si rivolge alla ragazza stessa dicendo che stanno bene e che sono salvi, ma che hanno bisogno di aiuto.
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