Il mondo in cui viviamo è in costante sviluppo e la ricerca scientifica è parte attiva di questa espansione, spingendo i confini della conoscenza verso nuove frontiere. Tuttavia, con l’ampliamento delle collaborazioni internazionali e l’attenzione verso temi sensibili, iniziano ad emergere delle nuove linee guida sulla sicurezza nelle attività di ricerca. Questa decisione è frutto di una lunga discussione e confronto tra il MUR, CRUI e COPER, che mirano a fornire degli strumenti adatti per i ricercatori.
La sicurezza nelle attività di ricerca è un’esigenza Europea
A spingere verso una maggiore sicurezza nelle attività di ricerca è la Commissione Europea. Infatti, a maggio 2024, emanò una raccomandazione invitando tutti gli stati Europei ad adottare delle misure di sicurezza per supportare i ricercatori.
L’Italia ha adottato fin da subito le linee guida richieste, avviando un percorso che coinvolgesse l’intera comunità scientifica. Tramite questionari, workshop ed una Conferenza Nazionale, il nostro paese ha definito un modello nazionale per la sicurezza nelle attività di ricerca. Tuttavia, con queste nuove regolamentazioni si cercherà di non limitare il lavoro imponendo alcun obbligo. L’intento è quello di inserire delle linee guida, ma che non vengano percepite come una limitazione o minaccia.
Qual è l’obiettivo delle nuove linee guida?
Con l’inserimento delle linee guida si punta a raggiungere il necessario equilibrio tra libertà scientifica e tutela della ricerca stessa. Bisognerà imparare a continuare a svolgere le proprie attività di ricerca, ma con l’aggiunta di linee guida specifiche per tutelare la salute dei ricercatori e minimizzare i rischi. Non sono quindi delle regole che andranno a limitare la libertà scientifica, ma servono a fornire un supporto concreto a tutti i ricercatori.
È importante non confondere l’introduzione delle linee guida per la sicurezza nelle attività di ricerca scientifica con il dibattito sul DDL sicurezza e l’articolo 31 in esso contenuto. Infatti, mentre le linee guida si concentrano solo sulla sicurezza e la tutela del personale, l’articolo 31 del DDL sicurezza riguarda la salvaguardia a livello nazionale. Tuttavia, gli episodi nell’ambito della ricerca scientifica universitaria raramente vanno a toccare la sicurezza internazionale.
Come le linee guida possono preservare la sicurezza nel lavoro?
Le linee guida sono utili per offrire ai ricercatori dei punti di riferimento ed identificare e gestire i rischi a cui le proprie attività vanno incontro. Infatti, grazie alle linee guida i ricercatori potranno:
- Fornire indicazioni su come condurre una valutazione del rischio.
- Suggerire alcune misure per la mitigazione del rischio.
- Sensibilizzare i ricercatori sull’importanza della sicurezza.
- Facilitare la collaborazione ed il dialogo tra ricercatori.
Vediamo così come le linee guida rappresentano un passo importante per la sicurezza nelle attività di ricerca. Questo strumento contribuirà a preservare la salute degli scienziati e la libertà dell’espressione
Quali sono i rischi per la sicurezza nelle attività di ricerca?
I rischi per la sicurezza nelle attività di ricerca sono molteplici e di diversa natura. Alcuni di questi includono:
- Rischi per la sicurezza fisica: In alcuni campi, come nella biologia o la chimica, i ricercatori a volte sono esposti a sostanze pericolose o agenti patogeni. Per questo è necessario seguire delle linee guida e garantire una sicurezza sul posto di lavoro.
- Cybersecurity: Con l’avvento della digitalizzazione le informazioni ed i dati delle ricerche rischiano di essere compromessi tramite attacchi hacker. È quindi importante adottare le misure adatte e proteggere sia la proprietà intellettuale che l’integrità della ricerca.
- Conflitti di interesse: Può accadere che i ricercatori si trovino in situazioni di conflitti di interesse, ad esempio quando vengono.
Tuttavia, con l’adozione delle nuove linee guida, l’Italia si impegna a garantire un futuro della ricerca sicuro, responsabile e all’avanguardia.
