Il satellite Planck e i primi istanti dell'universo visti con l'LFI
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Il satellite Planck osserva i primi istanti di vita dell’universo grazie al suo LFI italiano

da | Mar 2013 | News | 0 commenti

Rivedere le fasi iniziali della formazione dell’universo, come se si potesse tornare indietro nel tempo. È possibile grazie a uno strumento messo a punto da un gruppo di ricercatori italiani e installato su Planck, il satellite europeo lanciato nello spazio nel 2009.

Si tratta di un ricevitore radio, il più sensibile che sia stato realizzato finora, chiamato Low Frequency Instrument (LFI, ovvero ‘strumento a bassa frequenza’) e in grado di studiare le radiazioni presenti nel cosmo per tracciarne una mappa dettagliata. Insieme a un altro apparato, sempre ad alta frequenze e realizzato da ricercatori francesi, LFI rappresenta l’elemento principale della missione che negli ultimi tre anni ha indagato lo spazio-tempo per scovare informazioni sempre più precise sulla nascita dell’universo.

Grazie a questo potente strumento è stato possibile osservare i primi istanti di vita dell’universo, circa 300mila anni dopo il big bang. Un lasso di tempo che può sembrare enorme, ma che in realtà equivarrebbe ai primi istanti successivi alla nascita del cosmo. La nuova mappa elaborata grazie al satellite Planck è molto più dettagliata rispetto all’ultima, risalente all’estate del 2010. Inoltre è stata aggiornata anche l’età dell’universo che, secondo i nuovi studi, sarebbe di 13,81 miliardi di anni.

I risultati dell’osservazione e la nuova mappa dell’universo sono stati presentati presso la sede dell’ESA a Parigi. Insieme al direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea, Jean Jaques Dordain, erano presenti anche George Efstathion, direttore del Kavli Institute for Cosmology dell’Università di Cambridge, e il nostro Nazzareno Mandolesi dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica dell’INAF di Bologna che, insieme al francese Jean-Loup Puget, è a capo del team di ricercatori che hanno realizzato l’LFI.

Il prezioso strumento è stato messo a punto infatti da un consorzio di nazioni e agenzie spaziali con il contributo scientifico dei ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e il coordinamento e il finanziamento dell’Agenzia Spaziale Italiana. In particolare, alcune parti dell’LFI sono state realizzate dai ricercatori del dipartimento di Fisica dell’Università “La Sapienza”.

Planck è un satellite dell’ESA a forma di tamburo, sormontato da un grande telescopio, lanciato nello spazio il 14 maggio 2009 a bordo del vettore Ariane 5 dalla base europea della Guyana Francese insieme all’Osservatorio Spaziale Hershel, altro satellite scientifico europeo. La temperatura interna del satellite, per poter far operare correttamente i suoi strumenti, è di 253 gradi sotto lo zero (prossima, dunque, allo zero assoluto) e il suo funzionamento ricorda quello delle telecamere e delle macchine fotografiche a infrarossi.

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