Con la finanziaria regionale rischio tagli per le università siciliane
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Rischio tagli per le università siciliane: nella finanziaria regionale non ci sono risorse per gli atenei dell’isola

da | Mar 2015 | News | 0 commenti

Tremano le università siciliane dopo l’OK della giunta regionale alla finanziaria. Nella versione approvata, che deve però passare l’esame dell’assemblea, non c’è traccia di fondi per i teatri, per lo sport, per enti vari e nemmeno per gli atenei dell’isola, che rischiano nuovi tagli. L’anno scorso i finanziamenti ammontarono a 280 milioni di euro e furono ripartiti tra circa 160 realtà, quest’anno invece l’Allegato 1 – che dovrebbe contenere il dettaglio dei fondi stanziati e la loro suddivisione – non c’è.

Ad essere ottimisti si potrebbe pensare che sarà aggiunto successivamente, visto che alla finanziaria al momento mancano diversi documenti (in primis il bilancio regionale), tuttavia il buco di più di 3 miliardi con cui deve fare i conti la giunta guidata dal presidente Rosario Crocetta fa temere a molti che potrebbe essere impossibile trovare risorse per tutti e qualcuno potrebbe rimanere a bocca asciutta. Tra quelli che sono in pericolo ci sono anche le quattro università siciliane: Messina, Catania, Enna e Palermo.

La speranza alla quale si aggrappano le università siciliane è che il governo nazionale conceda alla regione le somme promesse (2-2,5 miliardi di euro). Lo stanziamento, però, è subordinato al giudizio che l’esecutivo esprimerà nei confronti degli impegni presi con la finanziaria dalla giunta regionale per il contenimento della spesa e delle riforme che Crocetta e i suoi hanno intenzione di varare.

Per ottenere questi fondi l’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei sarà a Roma domani e martedì, affrontando la questione da un punto di vista più tecnico, mentre in contemporanea anche il presidente Rosario Crocetta sarà nella Capitale a fare altrettanto sul piano politico. Se la loro missione avrà successo, arriverà una boccata d’ossigeno, ma potrebbe non essere abbastanza. Nella migliore delle ipotesi, infatti, mancherebbero all’appello ancora 500 milioni di euro e nella peggiore 1 miliardo e mezzo. Il rischio che le università siciliane debbano fare i conti con ulteriori tagli rimane, dunque, concreto.

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