censura web paesi arabi
Non sempre i giovani si rivelano il motore del cambiamento, e così capita che vengano totalmente assorbiti dalla tradizione e orientati dai regimi politico-religiosi di cui sono cittadini. È quanto rilevato dalla ricerca periodica “Youth in Arab World” svolta dall’Issam Fares Institute for Public Policy and International Affairs (IFI) presso l’American University of Beirut (AUB), secondo cui più del 40% degli studenti di alcuni paesi arabi sarebbero a favore di un maggior controllo e censura sul web.
La ricerca si basa s circa 2700 interviste a studenti di università e scuole superiori all’ultimo anno di istituti in Libano, Emirati Arabi e Giordania, i quali, per l’8% hanno risposto di essere a favore di una limitazione totale dell’accesso al mondo del web, mentre un più “moderato” 40% non si ritiene contrario a una maggiore censura e controllo sempre sulla rete.
Tuttavia, quasi in tendenza opposta, il comportamento e il consumo culturale in alcune pratiche, come ad esempio scaricare musica illegalmente, secondo “Youth in the Arab World” si fa molto più vicino ai giovani occidentali. Tra i contenuti fruiti sul web ad avere la maggiore sono lo sport, la musica e l’intrattenimento.
Questi risultati sembrano arrivare in un momento particolarmente strategico per la libertà di espressione nel mondo arabo, le ultime notizie riportano infatti la censura e la massa al bando dei servizi di messaggistica via email del produttore Blackberry, Research in Motion (Rim). La “soluzione” è presto trovata: Rim installerà un nuovo server, finora collocati in Canada e di difficilissimo accesso alle autorità, che permetterà al governo saudita di esercitare stretta sorveglianza sulle linee