Attacco di Renzi all'Università italiana: "Troppi baroni"
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Renzi all’attacco dell’Università: “Troppi baroni e nepotismo negli atenei italiani”

da | Ott 2014 | News | 0 commenti

Matteo Renzi contro tutti. Adesso nel mirino del battagliero presidente del Consiglio è finita l’Università, anzi più precisamente i famigerati “baroni”. L’attacco è arrivato nel corso dell’assemblea di Confindustria a Bergamo, alla presenza del presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI), Stefano Paleari. Dopo essersi scagliato contro i politici della vecchia guardia, i magistrati che fanno ferie troppo lunghe, i sindacati e molte altre categorie, il premier che quando c’è da colpire qualche bersaglio non si fa mai pregare, si è concentrato su uno dei ben noti mali del mondo accademico nostrano, il nepotismo.

L’attacco di Renzi è pesante. “In parte del nostro Paese l’università è stato il problema e non la soluzione”, ha detto il presidente, aggiungendo che in alcuni casi lo strapotere dei baroni “ha distrutto risorse invece di costruire”, contribuendo ad affossare l’Italia.

A Paleari che gli chiedeva di mettere l’Università al centro del sistema di competitività del Paese, il presidente Renzi ha risposto con un affondo: “Accetto la sfida del presidente della Crui. Ma le università devono tornare ad essere dei luoghi in cui nascono le idee di business“. Per il premier è lo stesso sistema accademico a tagliarsi fuori, in quanto non sostiene i giovani che hanno idee, perché se è vero che la burocrazia strozza l’innovazione e “da noi se un ragazzo si chiude in un garage e tira fuori un’idea arriva la Asl e chiude il garage”, è altrettanto vero che l’Università resta al palo e “continua a fare i corsi per i nipoti e per gli amici degli amici”, strozzata dai baroni.

L’attacco di Renzi all’Università arriva in un momento abbastanza delicato, visto che – a meno di sorprese – il suo governo è sul punto di operare un nuovo taglio ai fondi destinati agli atenei pubblici. I tecnici del Ministero dell’Economia, infatti, stanno studiando una riduzione di 400 milioni del Fondo di finanziamento ordinario per il 2015. E, per di più, ancora non si sa come sarà suddiviso quello di quest’anno, fatto che sta mettendo in non poche difficoltà le università. Per il governo che aveva promesso di mettere l’istruzione al centro, non è un gran bel risultato.

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