Ministro Giannini: "In Italia manca la cultura dello studio"
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Ministro Giannini: “Manca la cultura dello studio: tra l’utilitaria nuova e i figli all’università le famiglie italiane scelgono l’auto”

da | Mar 2014 | News | 2 commenti

Le università si svuotano sempre di più. Colpa della crisi, certo, ma anche della mancanza di un’autentica cultura dello studio. Questo è ciò che pensa il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del governo Renzi, Stefania Giannini, che intervistata da Radio1 ha dichiarato: “Mantenere i figli all’università? Costa quanto una piccola utilitaria. Eppure sono certa che oggi molte famiglie comprerebbero un’auto nuova anziché assicurare un futuro ai propri figli attraverso l’istruzione”.

Il ministro Giannini non ha dubbi e lo dice forte e chiaro: nella nostra società abbiamo perso “la cultura dello studio, del sacrificio e l’importanza di questa dimensione per il riscatto individuale e collettivo”. Ed è anche per questo che le famiglie rinunciano a iscrivere i figli all’università, preferendo utilizzare i soldi altrimenti, magari acquistando un’auto nuova. Perciò, secondo il ministro, ancor prima di pensare a come finanziare l’università italiana, è necessaria una ricostruzione culturale collettiva. In proposito, Stefania Giannini esorta tutti a darsi da fare: “recuperiamo il valore di studio, attenzione e concentrazione su quello che si impara per migliorare nella vita”.

Che fare, dunque? Mettere scuola e università al centro dell’agenda di governo e salvarli da un’eventuale spending review: “Mi stupirei se ci fosse un taglio di risorse che sono già state prosciugate nel corso degli anni. Se ci fosse una distrazione in questo senso dovrei essere io a ricordare che non è coerente con quello che è stato detto”. Fin dal principio, infatti, il presidente Renzi ha dichiarato di voler mettere l’istruzione su un piano privilegiato, per rilanciare il sistema scolastico e quello universitario.

Ma gli investimenti da soli non riusciranno a risollevare la situazione, se non saranno sorretti dal recupero di una cultura dello studio come mezzo per elevarsi socialmente e spiritualmente, che diventa sempre più minoritaria. A dimostrare lo scarso interesse (e la scarsa fiducia) che i giovani hanno per il sapere ci sono non solo i dati, sempre più sconfortanti, sulle immatricolazioni all’università, ma anche i risultati al di sotto della media Ocse ottenuti nelle materie scientifiche dei nostri studenti. Occorrono, quindi, interventi urgenti, prima che sia troppo tardi.

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Daniela
Daniela
10 anni fa

Ministro Giannini, io sono un’insegnante precaria. Avrei tante ma tante cose da scrivere riguardo la scuola. Vorrei chiederle se fosse possibile, se, oltre a parlare di edilizia scolastica, scuola pubblica e privata, insegnanti preparati, la storia dell’arte etc. se lei è veramente informata del fatto chenoi insegnanti non riusciamo più ad insegnare in quanto la scuola è diventata un porto di mare dove i genitori sono diventati i padroni e degli educatori statali, mentre i loro figli sono solo dei maleducati!
Tante parole inutili. Ma lei non pensa che forse la prima cosa che ci sarebbe da fare è riportare l’educazione come principio fondamentale in questa società e letteralmente “buttare fuori i genitori dalla scuola” o per lo meno di ridarci la dignità di insegnare e di essere rispettati?

lucio
lucio
10 anni fa

Beh, se il risultato è questo, l’investimento nell’ istruzione sembra una presa per i fondelli. Volete che si studi, che ci si iscriva all’università? Bene, rendetele gratis. Rendete gratuite le scuole dall’ asilo all’università. Abbiate il coraggio di farlo. Garantite un serio diritto allo studio e poi ne riparliamo.