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Gelmini: oggi “l’autonomia degli atenei è malata”

da | Nov 2009 | News | 2 commenti

Il Ministro Gelmini intervenuta in giornata ai microfoni di Radio24, ha dichiarato che gli atenei godono di un’autonomia malata. Secondo il Ministro infatti, come già affermato nei giorni scorsi, è importante che il cambiamento in atto del sistema università coniughi l’autonomia con la responsabilità degli atenei.

Di fatto oggi questo collegamento è del tutto assente, per questo il Ministro l’ha definita autonomia malata.

Ciò a cui si assiste oggi è una pseudo autonomia in cui, come ha affermato il Ministro “ciascuno fa un pò quello che vuole, non risponde dei risultati, che siano buoni o cattivi, e si limita a chiedere più soldi nel fondo di finanziamento statale”.

Con il ddl si intende coniugare l’autonomia, che va rispettata, con la responsabilità e con la trasparenza nell’utilizzo delle risorse. In sostanza tutti gli atenei devono usare il denaro pubblico in maniera responsabile e nella più totale trasparenza. Le singole università devono adottare una gestione trasparente e rispondere dei risultati, per questo “i bilanci devono essere formulati non facendo il passo più lungo della gamba, ma valutando risorse e scegliendo priorità”.

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lucio
lucio
14 anni fa

Sono d’accordo sul fatto che gli atenei debbano rispondere di ciò che fanno col denaro pubblico.Si deve avere e si deve pretendere un’università di qualità.Basta coi finanziamenti a pioggia che di fatto non hanno portato ad alcun miglioramento del sistema formativo universitario.Basta coi professori che ammuffiscono nelle aule universitarie.Si valutino i risultati di questi ultimi e si abbia il coraggio di mandarli via se il loro operato si riveli insufficiente.Come ho già scritto,mi auguro che la riforma realmente vada in tal senso.

Franca
Franca
14 anni fa

Bisogna fare in modo che ad ogni laurea corrispondano delle mansioni nel mondo del lavoro.
Le persone fanno sacrifici per mandare all’ università i propri figli, non si può tollerare che si dica che preso il pezzo di carta, bisogna inventarsi il lavoro.
La formazione deve essere programmata in funzione delle mansioni richieste dal mondo del lavoro, e sulla base di queste vanno formulati i curricula di studio.
Chiudiamo le cattedre autoreferenziali.
E garantiamo, ripeto garantiamo, per ogni corso di laurea un minimo di mansioni da poter svolgere nel mondo del lavoro.
Verifichiamo , mappandoli, la fine che fanno i laureati,
e se un corso di laurea non dà una buona preparazione dobbiamo avere il coraggio di toglierla.
Non possiamo tradire la fiducia dei giovani, dei nostri figli, è una cosa molto delicata, che deve coinvolgere la coscienza di tutti.
Trasparenza nelle informazioni sui corsi di laurea.
Non bisogna ingannare la gente.