A mobilitarsi contro la violenza in Iran, stavolta sono stati ottanta docenti dell’Università di Teheran. I docenti hanno chiesto in una lettera all’ayatollah Khamenei di porre fine alle violenze contro gli studenti iraniani, protagonisti delle manifestazioni di dicembre contro il governo di Mahmoud Ahmadinejad.
La richiesta dei docenti iraniani è stata quella di fermare gli attacchi dei militanti pro-governativi Basiji contro gli studenti d’opposizione, e di rilasciare gli studenti arrestati nel corso delle manifestazioni delle ultime settimane.
Sugli arresti si era già pronunciata la comunità internazionale che li aveva definiti come ingiustificati e arbitrari. L’Unione Europea aveva pubblicamente condannato gli accadimenti del 26 e 27 dicembre come una “repressione violenta”, e sia il Ministro degli esteri francese che la Farnesina italiana avevano lanciato un invito al dialogo.
Gli studenti iraniani erano già stati protagonisti delle proteste contro il governo, organizzando manifestazioni nazionali di contestazione alle ultime elezioni presidenziali in Iran.
Gli scontri di fine dicembre hanno causato almeno dieci morti e centinaia di feriti, tra cui dieci studenti feriti proprio all’Università di Teheran.
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