Odontoiatria, a Bari 6 arresti per test truccati. Sono 27 gli indagati
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Bari, trentamila euro in cambio delle risposte esatte: sei arresti per test truccati a Odontoiatria

da | Lug 2012 | News | 0 commenti

Una vera e propria organizzazione criminale, con a capo un docente dell’Università di Bari, con lo scopo, secondo la Procura della Repubblica del capoluogo pugliese, di suggerire le risposte giuste della prova d’ammissione alla facoltà di Odontoiatria. Test truccati in cambio di trentamila euro, per un guadagno totale di circa 250 mila euro. Sono ben 6 gli arresti effettuati martedì scorso dalla Guardia di Finanza di Bari, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa al fine di commettere reati contro la pubblica amministrazione. Altre 27 persone sono indagate.
Tali provvedimenti sono il risultato di un’indagine avviata dopo i controlli del 4 settembre del 2009 presso le sedi delle Università di Napoli, Verona e Foggia. In quell’occasione alcuni candidati furono trovati in possesso di un cellulare, con il quale ricevere le risposte del test d’ammissione cui erano sottoposti, grazie a un sofisticato sistema informatico, messo a punto da un docente ritenuto dall’accusa “promotore, organizzatore e coordinatore dell’organizzazione”.

Già in precedenza vi erano state indagini ed arresti per lo scandalo dei test truccati all’Università di Bari, ma evidentemente questo non ha scoraggiato i tentativi di truffa. Non essendo più l’ateneo pugliese molto sicuro, è bastato spostare i propri obiettivi in altre sedi universitarie, considerato che la prova ministeriale è uguale per tutti ed è svolta lo stesso giorno su tutto il territorio nazionale. Così, mediante i palmari, alcuni complici dell’organizzazione fotografavano i test d’ammissione a Odontoiatria, per poi inviarli a una centrale operativa dalla quale le risposte esatte venivano in seguito smistate, sempre per via telematica, agli studenti “paganti”.
Secondo gli inquirenti la struttura era stata allestita presso una residenza privata in un comune della provincia barese. Nella presunta sede operativa sono stati rinvenuti dagli agenti delle Fiamme Gialle cinque computer, cinque telefoni palmari e tre diversi accessi internet. Gli indagati sono in totale 33, tra docenti, personale universitario, studenti ed aspiranti matricole.

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