Il gran giorno è arrivato: oggi gli studenti che desiderano iscriversi ai corsi di laurea in Medicina e Odontoiatria hanno dovuto affrontare le 80 domande del test di ammissione. Ma solo uno su otto riuscirà a superarlo e a realizzare il proprio sogno e, come sempre, non mancano le polemiche e le manifestazioni di protesta. Ad essere contestato è soprattutto il numero chiuso, che preclude il diritto di poter scegliere il corso di laurea preferito, ma ci sono forti perplessità anche sul contenuto dei quesiti e sui criteri di selezione.
Gli studenti che oggi si cimentano nella prova hanno alle spalle un’estate passata a preparasi con libri, lezioni private e corsi ad hoc e spesso hanno investito somme notevoli, ma la sproporzione tra gli aspiranti e i posti disponibili è tale che l’87,5 per cento di loro resterà a mani vuote e dovrà optare per un altro corso di laurea o attendere l’anno prossimo per ritentare il test di ammissione. Nonostante questo il camice bianco continua ad attrarre moltissimo i neodiplomati e sono ben 77mila coloro che hanno deciso di tentare la selezione, a fronte di soli 10.173 posti disponibili per il corso di laurea in Medicina e 900 per quello in Odontoiatria e Protesi Dentaria.
Per mettere in luce i difetti dei test di ammissione e protestare contro il numero chiuso, stamattina l’Unione degli universitari (Udu) ha organizzato un flash mob di protesta davanti alla Sapienza e a Tor Vergata. I candidati che si avviavano ad entrare nelle aule destinate allo svolgimento delle prove sono stati accolti da cartelli con la scritta “università” all’interno di un segnale di divieto di accesso e da striscioni che recitavano “No all’università di classe, no ai test d’ingresso”.
Intanto, anche il Codacons annuncia battaglia e chiede al presidente Monti e al ministro Profumo di rivedere la programmazione degli accessi, anche in ragione del fatto che “è ormai accertato che non vi è un esubero di medici in Italia. Per questo – specifica il comunicato – vi sono assessori regionali alla sanità che hanno già chiesto l’eliminazione del numero chiuso”. La questione è al momento all’esame anche della Corte Costituzionale e se dovesse esserne decretata l’incostituzionalità, l’associazione fa sapere che intraprenderà una maxi class action in difesa dei diritti degli esclusi dai test di ammissione.
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