Si terrà a Treviso il primo corso, almeno per il contesto italiano, volto a formare esperti dei processi aziendali attenti all’eco-compatibilità del processo produttivo e dei prodotti dell’azienda. Sebbene non si tratti di una figura professionale nata oggi, ma formata con il tempo e soprattutto con il lavoro sul campo, questo corso intende però “istituzionalizzare” questo profilo per valorizzarlo e metterlo a disposizione della aziende come un vero e proprio patrimonio innovativo.
L’eco-designer si configura infatti, secondo quanto spiegato da Roberto Santolamazza, direttore di Treviso Tecnologia, azienda speciale per l’innovazione della Camera di Commercio di Treviso promotore del corso, come l’esperto responsabile di sviluppare un’idea, della sua riproduzione, mantenendo un focus costante sulla sostenibilità, “quindi, rivede o ripensa anche oggetti o processi già in essere, rivalutandoli e innovandoli secondo criteri di sostenibilità intesa a tutto tondo: ambientale, energetica, economica”.
Il corso, che sarà destinato a 10 inoccupati, e si terrà fra febbraio e maggio 2011, e sarà finalizzato sviluppare competenze in grado di coniugare doti di creatività, capacità analitica, conoscenze dei materiali e delle fonti energetiche rinnovabili. Si tratterà di un percorso in aula di 300 ore in aula, con la presenza di esperti tecnologi e rappresentanti delle piccole e medie imprese, seguito poi da tre mesi di apprendimento “sul campo”, ovvero lo svolgimento di un project work presso un’azienda.
L’organizzazione del corso, che mira a diventare una best practice nel contesto italiano, prevede buone possibilità di occupazione, in netto sviluppo, soprattutto grazie all’attenzione delle aziende verso soluzioni eco-compatibili e sostenibili a livello ambientale. Un settore però a cui guardano con interesse l’industria tradizionale, molto sensibile al discorso dell’innovazione di prodotto in un mercato maturo, e l’università, come dimostrano i numerosi progetti di ricerca sull’innovazione sostenibile.
Esempio concreto portato da Roberto Santolamazza, è quello che riporta la sostituzione dei materiali plastici derivati dal petrolio con cui si confezionano gli scarponi da sci con biopolimeri di origine vegetale (mais). “Questo ad esempio è un processo che deve studiare l’eco-designer, dalla selezione dei materiali alla valutazione del cosiddetto ‘ciclo di vita’ del prodotto”.