Dopo il rinnovo della fiducia al governo, con tre voti di scarto alla Camera, la conferenza dei capigruppo a Palazzo Madama si è riunita ieri per calendarizzare la terza lettura della riforma dell’università, ma il confronto tra gli esponenti di maggioranza e opposizione si è presto trasformato in schermaglia politica, con accuse reciproche e toni analoghi a quelli visti durante le dichiarazioni di voto della mattinata.
La riunione non ha dunque portato a decisioni sull’avvio dei lavori, che sono state rinviate a un nuovo incontro fissato per oggi. Ma Giuseppe Valditara, relatore del ddl Gelmini al Senato ha annunciato che martedì 21 dicembre il provvedimento andrà in Aula per la terza e ultima lettura e potrebbe essere licenziato entro il giorno successivo.
Il gruppo parlamentare di Valditara, Futuro e libertà, è il grande atteso per il via libera del disegno di legge, dal momento che con il voto di ieri è passato all’opposizione Ma il senatore tranquillizza: “Se fossimo stati degli irresponsabili, visto il clima politico, avremmo potuto dire ‘tanto peggio tanto meglio’, ma non è stato così”. Valditara sottolinea poi che nonostante “le pecche” e “la scarsità di finanziamenti” il ddl resta un buon provvedimento.
Sulla calendarizzazione è però di diverso avviso il vicepresidente dei senatori dei senatori Pd, Luigi Zanda, che ha partecipato alla conferenza dei capigruppo. Zanda esclude che sia stato già deciso il programma dell’esame in Aula, precisando che assieme al decreto sicurezza, la riforma dell’università ha appena iniziato il suo iter in commissione e solo oggi la conferenza dei capigruppo deciderà quando andrà al vaglio definitivo di Palazzo Madama.
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