Dopo la manifestazione che ieri ha portato in strada 200.000 persone in tutta Italia, si torna a discutere del disegno di legge Gelmini sull’università. Oggetto del contendere è la copertura finanziaria del provvedimento, a cui si aggiunge la polemica sulla coincidenza tra la discussione del provvedimento in aula e la verifica parlamentare sul governo prevista per il 14 dicembre.
La Conferenza dei capigruppo a Montecitorio ha calendarizzato la discussione alla Camera per la prossima settimana, ma secondo il presidente del gruppo parlamentare del Pd, Enrico Franceschini, “è inopportuno che un governo che di fatto non esiste più porti in Aula una riforma di quel genere”. Il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto rivendica invece “il diritto a poter vedere approvata una importante riforma con il voto della Camera prima delle votazioni sul futuro del governo”.
A Montecitorio si discuteranno solo le nuove regole contenute nel provvedimento, non i fondi previsti per l’università: la copertura economica è contenuta nella Legge di stabilità all’esame della Camera, che prevede uno stanziamento di 800 milioni di euro per gli atenei italiani. Le opposizioni chiedono di sospendere l’esame del provvedimento, in attesa del via agli stanziamenti, preoccupati per il destino delle norme di spesa, come il piano pluriennale di concorsi per l’assunzione dei ricercatori.
“L’unica norma sulle assunzioni che costa sta nella Legge di stabilità, quindi non c’è un problema di costi” risponde il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che non intravede la necessità di sospendere l’esame del provvedimento. Dal momento che la Camera modificherà il testo, spiega il ministro, servirà una seconda lettura a Palazzo Madama, e questa avverrà sicuramente dopo che anche la ex Finanziaria avrà avuto il via parlamentare.
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