Manca la copertura economica. E la Legge di stabilità riduce semplicemente i tagli già effettuati dalla legge 133 del 2008″. Per questo i rettori degli atenei di Cagliari e Sassari, Giovanni Melis e Attilio Mastino, chiedono che il disegno di legge di riforma dell’università torni in commissione Cultura per raccogliere il punto di vista di tutte le componenti accademiche.
Le due università ritengono che il progetto del ministro Gelmini limiti fortemente l’autonomia e introduca un eccessivo dirigismo sulla governance. “La cancellazione dal disegno di legge di ogni riferimento a possibili risorse nuove e/o aggiuntive per l’incentivazione del merito, dell’efficienza e dell’innovazione degli atenei – spiegano i due rettori – renderà del tutto aleatorio il sostegno alla produttività“.
Il documento congiunto dei rettori sardi giunge nel bel mezzo della discussione alla Camera, dove il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha difeso il provvedimento. Ma Melis e Mastino rincarano la dose: a loro giudizio il disegno di legge non contiene alcun riconoscimento giuridico della figura dei ricercatori e del loro ruolo all’interno degli atenei italiani. In più, aggiungono, le borse di studio si riducono fino a sostituirsi con i prestiti d’onore.
Diverso il parere dei consiglieri di Azione universitaria al Cnsu, secondo i quali l’esame già avvenuto in commissione Cultura a Montecitorio ha “approfondito e garantito aspetti che tendono a riqualificare l’università italiana”. La speranza che la Camera approvi il testo – spiegano gli studenti di Azione universitaria – è fondata sull’esigenza di avere un sistema universitario che valorizzi finalmente meritocrazia e qualità.
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