Università del Vermont: i comportamenti a "rischio" dipendono dalle differenze del cervello
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Università del Vermont: non tutti i cervelli sono uguali, lo dice una ricerca

da | Mag 2012 | News | 0 commenti

Non tutti i cervelli sono uguali, almeno così pare. Secondo una ricerca proveniente ancora una volta dagli States, dall’Università del Vermont per la precisione, i giovani che conducono una vita più sregolata, e decidono di bere, fumare e fare uso di droga, possiedono un cervello che presenta caratteristiche diverse rispetto a quelle degli altri.
A detta di Robert Whelan e Hugh Garavan, i due scienzati che lavorano presso l’ateneo e che hanno portato avanti lo studio, sono queste differenze a determinare, di conseguenza, i comportamenti “a rischio” dei giovani. Osservando 1900 risonanze magnetiche di adolescenti, è stato eventi come ci fossero meno connessioni nella zona orbito frontale nel caso dei ragazzi che riuscivano meno ad autodisciplinarsi.

Secondo la ricerca, pubblicata su Nature Neuroscience, potrebbero, quindi, essere queste diverse caratteristiche a innescare la voglia di eccessi e bagordi giovanili: chi riesce a resistere alle tentazioni possiede dei cicuiti neuronali capaci di controllare l’impulsività. Negli altri casi, invece, prevalgono sistemi di interconnessione fra i neuroni che rendono più facile cedere al rischio di comportamenti dannosi per la salute.
Il commento di Garavan è chiaro: “la presenza di particolari sembrano precedere l’abuso di droghe e non esserne la conseguenza”. Per lo studioso, inoltre, queste differenze potrebbero anche essere usate preventivamente. Contrariamente a quanto era stato ipotizzato in passato, però, il fenomeno non ha nulla a che vedere con la zona che riguarda l’AHDH, il deficit di attenzione con iperattività. Il punto sta, piuttosto, nella diminuita attività del network che coinvolge la corteccia orbito-frontale e che rende una persona più impulsica e più portata a fare uso di alcol, sigarette e sostanze stupefacenti.
Lanciato dall’Unione Europea, lo studio è il risultato di un lavoro dell’Imagen Consortium, composto da esperti internazionali. Il team di ricercatori si occuperà adesso di valutare, attraverso la risonanza magnetica del cervello e l’apporto di analisi genetiche e comportamentali, un nutrito gruppo di 2.000 teenager, provenienti da Irlanda, Inghilterra, Francia e Germania, che si sono offerti volontari.
Tra le numerose ricerche condotte sul tema degli abusi di alcol e sostanze illegali da parte dei giovani, anche uno studio, condotto dalla ricercatrice italiana, Cinzia Guidali, che ha vinto l’anno scorso il premio messo a disposizione della Fondazione Zardi Gori, e che approfondiva il tema delle conseguenze dell’uso di droge leggere negli adolescenti.

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