La contestazione davanti alla Scala di Milano assieme agli operai, gli scontri e i 12 fermati in seguito all’occupazione simbolica della Fondazione Roma e lo sterco davanti alla casa del ministro dell’Istruzione Gelmini. Dopo gli episodi degli ultimi giorni le proteste contro il ddl di riforma dell’università e i tagli contenuti nella legge di Stabilità appena approvata non si fermano. Anzi, gli studenti e i ricercatori precari rilanciano e annunciano la mobilitazione al fianco del mondo della cultura, sempre in attesa dell’esito del voto di fiducia al governo martedì 14 dicembre.
A Firenze gli Studenti di sinistra annunciano per domani alle 19 una manifestazione di fronte al teatro comunale a sostegno del Maggio fiorentino, la storica manifestazione che ha subito una pesante contrazione dei finanziamenti pubblici. “La lotta in difesa del Maggio è la lotta nostra – spiegano in una nota – contro il ddl Gelmini, i tagli in Finanziaria e per le politiche di valorizzazione della cultura”.
A Genova gli studenti hanno invaso le strade cittadine tutti vestiti di nero e rimanendo in silenzio, “in segno di lutto – spiegano – per la morte della cultura nel nostro Paese”. I giovani hanno poi inscenato un flash-mob, tutti sdraiati in terra con un libro sul cuore, leggendo stralci di libri e rialzandosi tra gli applausi.
Anche a Messina la Federazione degli studenti e l’Unione degli universitari hanno annunciato per domani una grande mobilitazione che si concluderà davanti al duomo cittadino. La mobilitazione vedrà uniti il mondo della scuola assieme a quello dell’università e della ricerca. “Auspichiamo che si uniscano a noi anche i genitori e i semplici cittadini – recita la nota dell’Udu -. Queste forme di mobilitazione sono a difesa della scuola pubblica, della cultura e quindi del futuro del nostro paese”.
L’associazione degli universitari ha annunciato che dopo le 50 facoltà occupate e le proteste sui tetti e davanti ai monumenti, la contestazione studentesca è sbarcata anche all’estero, complice la mobilitazione degli studenti Erasmus, che, spiega l’Udu, “hanno organizzato la protesta in 90 atenei di 19 Paesi“.
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