Nello stesso giorno delle dimissioni del presidente egiziano Hosni Mubarak ha detto addio al suo incarico anche José Ramón de la Torre, il presidente dell’Università di Porto Rico fortemente osteggiato dagli studenti, una notizia che già rimbalzava nella pagina Facebook ufficiale dell’Unione degli studenti UPR.
Uno strumento, quello della rete internet e dei social network, che ha permesso alle proteste gli studenti UPR, che da mesi si battobo contro l’imposizione di una tassa speciale di 800 dollari da parte dell’ateneo e contro la presenza quotidiana della polizia, di arrivare all’opinione pubblica. Gli studenti, infatti, attribuiscono gravi responsabilità della stampa statunitense, che a loro avviso ha dedicato scarsa attenzione agli scontri e alla battaglia degli universitari nel piccolo territorio che appartiene agli Usa ma è dotato di autogoverno.
Facebook, Twitter e YouTube sono diventati quindi i principali mezzi di comunicazione per raccontare al mondo esterno gli arresti, i fermi e gli scontri che hanno visto come protagonisti gli studenti a partire dal 20 dicembre scorso contro il provvedimento che innalza il tetto delle tasse annue universitarie e il presidio forzato delle forze dell’ordine intorno al campus universitario.
Con l’esplosione delle tensioni, studenti, neolaureati e professori hanno deciso di creare una nuova pagina Facebook titolata “Estudiantes de la UPR Informan” per creare uno spazio di comunicazione alternativo alla pagina ufficiale dell’Università di Porto Rico. L’iniziativa infatti ha avuto di gran lunga più successo, contando circa 32 mila fan contro gli 8 mila della pagina ufficiale.
Adesso in Porto Rico le cose sembrano finalmente migliorare, o perlomeno sembrano evolversi da una situazione di “guerra fredda” grazie alle dimissioni del presidente dell’ateneo, che verrà per ora sostituito ad interim da Miguel A. Muñoz, sotto lo sguardo attento delle community di studenti che lasciano trasparire un timido ottimismo.