Un gruppo di studenti e militanti di Rifondazione comunista ha occupato a Palermo uno stabile che dal 2008 doveva essere un nuovo studentato ma non è mai stato inaugurato. L’immobile, lo storico Hotel Patria di via Alloro 104 oggi affidato in comodato all’Ente regionale per il diritto allo studio universitario, Ersu, è stato ristrutturato quattro anni fa ma mai ravviato alla sua funzione di spazio destinato agli studenti del capoluogo siciliano.
Al termine dei lavori, in fase di collaudo, i vigili del fuoco hanno comunicato che lo studentato non si poteva inaugurare per ragioni di sicurezza, in qunato mancante della scala di emergenza. Da allora l’Ersu ha disposto un servizio di vigilanza 24 ore su 24 per scongiurare danneggiamenti e occupazioni ma dopo quattro anni ancora non si è giunti a risolvere il problema che ne ha bloccato la destinazione.
Per questo gli studenti hanno occupato per un giorno lo stabile denunciando lo spreco di denaro, tempo e posti letto, proprio in un momento in cui mille studenti fuori sede si sono visti negare l’alloggio universitario pur essendo idonei. La mobilitazione non si ferma però alla presa simbolica del palazzo: i giovani attivisti palermitani hanno avviato una raccolta di firme e annunciano che stanno valutando azioni legali per controbuire a individuare i responsabili del mancato utilizzo di un immobile così importante e utile alle esigenze degli studenti torinesi.
L’Ersu da parte sua fa sapere che dal momento che non è proprietario dello stabile non può intervenire per apportare le modifiche strutturali richieste dalle norme sulla sicurezza, me dietro la vicenda c’è un lungo contenzioso legale tra l’Università di Torino, proprietaria dell’immobile destinato a ospitare lo studentato, e gli inquilini alcuni spazi al piano terra.
Risolta questa lite giudiziaria, ormai giunta all’imminente pronunciamento della Cassazione, si potrà decidere finalmente di adeguare i locali alle norme di sicurezza e quindi destinarli ai circa 70 studenti che potrebbero abitarci. Nel 2008, quando tutto sembrava pronto per l’inaugurazione, furono acquistati anche mobili per un valore di 200 mila euro. Ora gli studenti chiedono di non prolungare oltre l’attesa e denunciano di essere loro i veri danneggiati.
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