Lettere diventa il centro nevralgico della protesta contro i tagli della manovra finanziaria e la riforma del sistema universitario. Tra i duecento e i trecento, gli studenti della facoltà che hanno aderito alla
“notte bianca” degli esami, stanotte alla
Sapienza di Roma. A interrogarli una cinquantina di docenti, che ci tengono a specificare: “non siamo in sciopero”, e “gli
esami notturni non sono obbligatori, si può essere interrogati di giorno”. Gli studenti che stanotte hanno sostenuto le prove lo hanno fatto
volontariamente, per aderire a una forma alternativa di protesta e catturare l’attenzione pubblica sulle sorti dell’Università.
Gli
appelli notturni sono iniziati alle 21 di ieri e terminati in nottata – tra mezzanotte e le due -, a seguire i ragazzi del Coordinamento universitario Link hanno organizzato dei
reading di letteratura all’aperto, a cui hanno preso parte anche i professori.
A intervenire in prima serata, anche il rettore
Luigi Frati, che ha voluto ribadire la sua posizione sui
ricercatori fannulloni, dicendosi dalla parte di chi lavora e rende visibile la sua produzione attraverso gli strumenti messi a disposizione, come la banca dati d’ateneo. Per tutti gli altri, ci saranno richiami disciplinari a settembre.
Intanto, ieri in giornata i
presidi della Sapienza avrebbero firmato una mozione unitaria in cui appoggiano apertamente le
adesioni dei ricercatori al blocco della didattica, ed esprimono preoccupazione sulle sorti dei corsi: l’
offerta formativa è difficile da garantire agli studenti, molti corsi non vedranno luce.