Non si ferma la
mobilitazione di studenti e ricercatori. Dopo le
manifestazioni dell’8 ottobre che hanno visto 300mila persone in piazza in tutta Italia e il
sit-in a Montecitorio di ieri a cui hanno preso parte 3mila studenti e ricercatori continua l’autunno caldo dell’Università. Il
Tesoro ha bocciato gli emendamenti al ddl per l’assenza di risorse e
Tremonti ha rinviato lo stanziamento di fondi a fine anno. La
riforma dell’Università è in
stand by, ma la protesta continua nelle aule e fuori.
Lezioni di
didattica alternativa, assemblee sulla riforma,
flash mob, occupazioni di facoltà e rettorati nelle Università di Roma, Torino, Trieste, Pisa, Palermo. Intanto a Bari i ricercatori
bruciano in piazza i
curriculum vitae in segno di protesta contro una riforma dell’università pubblica che ne ostacola la carriera.
Gli studenti ieri in piazza a Montecitorio e poi protagonisti di un corteo arrivato fino alla sede Crui, dove sono state lanciate uova contro la facciata d’ingresso, hanno chiesto le
dimissioni del ministro dell’Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini, al fianco dei ricercatori indisponibili che con il blocco della didattica hanno reso impossibile l’avvio regolare di corsi e lezioni negli atenei.
Intanto,
domani 16 ottobre studenti universitari e ricercatori saranno in piazza per la manifestazione indetta dalla
FIOM per rivendicare il lavoro come bene comune, e manifesteranno al fianco dei precari per il diritto a un’istruzione e a una ricerca di qualità.