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Trasferimento tecnologico, dal Miur sedici milioni per gli spin-off

da | Giu 2011 | News | 0 commenti

Sedici milioni di euro per le nuove imprese spin-off nate dalla ricerca scientifica. Questa la posta che il Miur ha deciso di puntare sul trasferimento tecnologico e che andrà a finanziare le migliori “idee aziendali” proposte dalle università italiane, dal momento che ad avere le credenziali per presentare domanda di finanziamento saranno docenti e ricercatori, personale dipendente da enti di ricerca, dottorandi e titolari di assegni di ricerca.

Si tratta in realtà di un rilancio sul decreto ministeriale 593 del 2000, che negli ultimi 10 anni ha finanziato 90 nuove imprese con 37,2 milioni di investimenti diretti da parte del Miur e quasi altrettanti da investitori privati, e che da oggi viene rifinanziato per un totale di 16 milioni di euro. Ogni azienda “in nuce” può ottenere fino ad un massimo di 516.000 euro, erogati dal Far (Fondo agevolazioni alla ricerca) sotto forma di contributo a fondo perduto.

Per farlo gli scienziati aspiranti imprenditori dovranno presentare un piano di business quinquennale e dettagliato per aziende start up finalizzate a portare avanti progetti di ricerca industriale con applicazioni concrete, di cui vanno delineate le varie fasi, dalla ricerca e sviluppo all’approdo sul mercato. Se dunque il bando è aperto a tutti i settori scientifici, le potenzialità di mercato del progetto saranno fondamentali ai fini della valutazione, così come le ricadute in termini di occupazione.

Il contributo, che varia da un minimo del 40 a un massimo del 75 per cento dei costi programmati, prevede infatti dei bonus a seconda delle dimensioni dell’azienda, ma anche la presenza di un partner istituzionale, come un ateneo o un ente di ricerca, sarà tenuto in forte considerazione.

La misura, infine, non prevede alcuna “graduatoria” né una scadenza per la presentazione della domanda. Ciascun progetto dovrà essere inviato direttamente al Miur (qui i dettagli”>dettagli) e sarà valutato prima da una apposita commissione, poi da un comitato tecnico-scientifico. In caso di esito positivo, l’azienda “immaginata” dovrà essere costituita entro 3 mesi dall’approvazione del progetto e l’avvio dell’attività sarà facilitato dal fatto che metà del contributo sarà corrisposta in anticipo senza alcuna necessità di garanzia da parte dei beneficiari.

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