LERU: "La mobilità studentesca va strutturata meglio"
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League of European Research Universities (LERU): “La mobilità studentesca va strutturata meglio”

da | Mag 2013 | News | 0 commenti

La mobilità studentesca va strutturata maggiormente. A lanciare le sue raccomandazioni sul tema è la Lega delle Università di Ricerca Europee (League of European Research Universities – LERU), che annovera fra le sue fila i migliori 21 istituti in Europa dediti alla ricerca, tra cui la Sorbonne, Oxford e l’Università di Leuven. Secondo l’advice paper “International Curricula and Student Mobility” (Curricula internazionali e mobilità studentesca), recentemente pubblicato dalla LERU, le università europee dovrebbero sviluppare meglio le loro collaborazioni internazionali e intensificare la mobilità studentesca. Solo così potrebbero puntare a raggiungere livelli di eccellenza.

La LERU parte dal presupposto che la mobilità studentesca ricopre oggi un ruolo fondamentale in tutti gli ambiti della società, dalla politica all’economia, dalla scienza alla cultura, ed è quindi prioritario puntare alla qualità della ricerca e alla creazione di una rete più solida fra enti universitari e non. Inoltre andrebbero progettati percorsi formativi alternativi all’attuale Erasmus che, pur avendo permesso a 2,5 milioni di giovani di studiare in un’università straniera, ha purtroppo dimostrato anche difetti non trascurabili come il numero limitato di borse di studio a disposizione, le informazioni incomplete che impediscono una scelta consapevole allo studente e il difficoltoso riconoscimento dei crediti formativi.

Attualmente sono tre i modelli di mobilità studentesca presenti sul mercato: la mobilità di scambio, per l’appunto il classico modello Erasmus in cui sono gli studenti stessi a scegliere di avere un’esperienza all’estero per un periodo di tempo più o lungo; la mobilità di relazioni e curricolare, in cui un’università si unisce a una rete di diversi partner e invia i suoi studenti per un certo periodo di tempo a uno o più istituti; la mobilità integrata e curricolare, in cui un numero limitato di partner forma un consorzio in cui gli studenti ruotano in due o più istituzioni associate.

Dei tre modelli di mobilità studentesca la LERU spinge per una maggiore diffusione degli ultimi due che sono più strutturati e progettati in modo da integrare a monte l’esperienza di scambio nel curriculum di studi. Questo permette un percorso più mirato e un più facile riconoscimento della formazione. Il modello della rete e quello della mobilità integrata oltre ad avvantaggiare gli studenti, consentono alle università di aumentare la loro autorevolezza a livello internazionale.

Una grande fiducia viene nutrita dalla LERU nel nuovo programma per la mobilità proposto dalla Commissione Europea – l’Erasmus for All Programme 2014-2020 – che, se approvato, potrebbe dare vita a un sistema di scambio molto più flessibile, articolato anche in periodi di mobilità intermittenti e più brevi. La LERU  fa, infine, appello anche ai governi nazionali per la rimozione delle barriere legate al riconoscimento delle lauree e per un accesso equo alle borse e ai prestiti di studio.

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