In Cile le proteste degli studenti sono nuovamente scaturite nelle dimissioni del ministro dell’Istruzione. Stavolta è toccato all’avvocato Felipe Bulnes, fino al allora ministro della Giustizia, ma da marzo 2010, quando si è insediato il governo guidato dal presidente Sebastian Pinera, è il secondo ministro dell’Istruzione a lasciare la scomoda poltrona.
A luglio aveva infatti rassegnato le dimissioni Joaquin Lavin, dopo i primi due mesi di contestazione che ancora oggi accendono gli animi nel mondo della scuola e dell’università del Cile, con proteste che spesso si sono trasformate in duri scontri con ampio appoggio popolare.
Un sondaggio del Centro degli studi pubblici ha evidenziato un pesante calo di popolarità di Pinera, crollata in un anno dal 44 per cento al 23, percentuale più bassa della storia democratica del Paese. Riferendosi alle dimissioni di Bulnes il presidente si è trincerato dietro la giustificazione dei “motivi personali” ma lo stesso ex ministro ha spiegato che c’è dietro “una visione politica”. Si deve cambiare un volto che ormai si identifica con il conflitto e al suo posto deve andarne uno che si identifichi con il futuro dell’istruzione”.
In realtà Bulnes si era già dimesso (almeno di fatto) a fine agosto, quando il presidente Pinera cambiando repentinamente atteggiamento nei confronti delle proteste studentesche, che per l’appunto facevano crollare il suo consenso, invitò i leader della contestazione al Palazzo della Moneda, contraddicendo l’atteggiamento messo in campo dal suo ministro.
Ora, dopo le dimissioni del secondo ministro dell’Istruzione, l’incarico passa all’economista Harald Beyer, ma l’addio (ma per qualcuno è un arrivederci) di Bulnes al dicastero è stato salutato con una standing ovation e il ministro uscente ha spiegato che nei cinque mesi del suo mandato è riuscito a ridurre le frizioni con gli studenti, a portare la riforma del sistema dell’istruzione al vaglio del Congresso cileno e a far passare il bilancio preventivo del comparto pe ril 2012 nonostante l’atteggiamento fortemente ostile delle opposizioni. “Bisogna sapere quando ci sono persone che possono sviluppare le successive fasi di un modo migliore”, ha detto Bulnes.
In Cile è ancora in corso un duro braccio di ferro sui tagli sulla pubblica istruzione e sulla privatizzazione dell’università. Protagonista della lotta sul fronte studentesco è stata fino a poche settimane fa la ormai ex presidente della Federazione degli studenti Camila Vallejo, 23 anni, molto popolare nel suo Paese e recentemente scelta come persona dell’anno dai lettori del quotidiano “The Guardian”.