Alma Mater chiede 5 per mille
“La ricerca c’è e si vede” si chiama così la campagna che l’Università
Alma Mater di Bologna ha appena lanciato per chiedere a studenti e laureati la destinazione del
5 per mille all’ateneo.
Al centro dell’iniziativa ci sono ancora una volta i
dottorati di ricerca che l’Università bolognese sta cercando di salvare nonostante i tagli ai finanziamenti previsti dal governo. La vera novità di quest’anno, però, è che le risorse provenienti dalle dichiarazioni dei redditi non saranno destinate solo alle borse di studio, come già è stato in passato, bensì anche a
laboratori e biblioteche, i luoghi deputati cioè all’attività di ricerca.
“I
dottorati, oltre a costituire il gradino più avanzato della formazione universitaria, quello cui accedono laureati brillanti e motivati, sono ormai una via obbligata per la ricerca – ha spiegato il prorettore
Dario Braga -. Ovunque la ricerca va avanti perché brillanti scienziati sono affiancati da giovani talenti desiderosi di apprendere”. Ai più meritevoli, ha spiegato Braga, andranno le borse di studio, ma tutti avranno bisogno di laboratori e biblioteche adeguati alle loro attività.
Dopo la decisione presa dall’ateneo di
ridurre i corsi di dottorato per mantenere significativo il numero di borse di studio, a breve arriverà anche una
lettera dal rettore
Ivano Dionigi – che ha annunciato intanto la messa al bando questa primavera di oltre 39 posti da ricercatore a tempo indeterminato – che esplicitamente chiederà a iscritti, ex studenti e personale di sostenere la ricerca dell’ateneo con la
destinazione del 5 per mille.
Luoghi universitari e non solo saranno sommersi quindi di locandine e inviti espliciti, ma la campagna 2010 coinvolgerà anche un centinaio di mezzi pubblici della Romagna, tanto che a Ravenna e Rimini saranno affissi anche manifesti nelle pensiline e nelle fermate.