warner bross assume studenti contro pirateria
La major cinematografica Warner Bros, tra le più note in tutto il mondo
, assume studenti universitari per combattere la
pirateria sul web.
Perfettamente in linea con un proverbio popolare, l’azienda ha deciso di
rubare in casa dei ladri cercando di colpire le falsificazioni e le violazioni di copyright ad armi pari, impiegando giovani studenti per “scovare” l’attività illecita svolta dagli utenti del web, per la gran parte loro coetanei.
Se le nuove tecnologie infatti, priorità per i giovanissimi e gli under 35, forniscono strumenti avanzati di comunicazione, allo stesso modo la loro struttura decentrata consente un utilizzo difficilmente arginabile legalmente.
L’
offerta di lavoro, scaduta ieri, riguardava soltanto gli studenti della
University of Manchester. Durante i 12 mesi di durata il lavoro consisterà nel monitorare siti e forum di argomento P2P, realizzare programmi specifici per tenere sotto controllo link, fino a organizzare vere e proprie
“trappole” per i pirati.
Con un bando presso l’Università, la major inizierà a luglio i colloqui per studenti in informatica – che abbiano
conoscenza di
Java o
Jsp e
Php, meglio ancora se con un’infarinatura di Python o Perl – perché aiutino a porre fine al fenomeno della pirateria. I prescelti percepiranno uno stipendio di
17.500 sterline.
“E’ abbastanza difficile entrare su alcuni mercati per introdurre un prodotto lecito – diceva il
presidente e amministratore delegato della Warner Barry Meyer in occasione del lancio di un’iniziativa per contrastare la pirateria nel 2005 – ma riteniamo che se riusciremo ad entrarci, possiamo essere una parte della soluzione e non del problema”.
Alla luce dell’ultima iniziativa, queste dichiarazioni sembrano quanto mai attuali, e fanno suonare le offerte di lavoro quasi più come un
alert, un catalizzatore di attenzione dell’opinione pubblica sulla piaga della pirateria, che non degli strumenti per inaugurare delle vere e proprie
figure professionali in grado, da sole, di sconfiggere la contraffazione.
Le industrie americane della musica, del software e del cinema, intentano infatti ogni anno
azioni legali presso il
WTO, World Trade Organization, per frenare il dilagare della pirateria che causa perdite per le major di miliardi di dollari l’anno.