L’Università di Zurigo è sotto accusa per aver spiato i propri studenti, non in luogo propriamente pubblico, ma nelle toilette maschili. Una telecamera installata all’interno del bagno di uomini avrebbe infatti inviato immagini per oltre un anno all’ideatore della faccenda, addetto del Servizio di sicurezza dell’ateneo svizzero.
L’uomo infatti, stanco dei continui atti di vandalismo, come le scritte d’amore sui muri dei bagni, ha deciso a gennaio del 2010 di installare la videocamera per scovare il responsabile, violando così la privacy di professori, studenti e personale amministrativo.
La notizia dell’accaduto è stata riportata dal quotidiano tedesco-svizzero Brick su segnalazione di un ragazzo che si è accorto dell’esistenza del dispositivo, e insospettito dalla condotta dell’ateneo che ha provveduto a rimuovere immediatamente la videocamera, ha deciso di approfondire la faccenda.
“È stata lì per oltre un anno e ora, dopo la mia segnalazione, l’hanno tolta subito, come se volessero insabbiare il tutto” ha riportato il giovane al quotidiano svizzero tedesco. Al momento l’impiegato responsabile della sicurezza ha deviato le richieste di chiarimenti di studenti e media all’ufficio legale dell’ateneo, limitandosi a chiarire che si è trattato di un “procedura perfettamente legale”.
L’ateneo tuttavia non sembra essere d’accordo. Il portavoce dell’ateneo Beat Müller ha definito l’accaduto “deplorevole” scusandosi con tutti gli studenti e assicurando un accertamento rapido delle responsabilità. È noto infatti come la legge sulla protezione dei dati personali in molti Paesi, così come in Svizzera, consenta solo ai corpi di polizia l’utilizzo di telecamere nascoste, e limitatamente ad alcuni crimini.
Le registrazioni video realizzate nella toilette degli uomini sono ora a disposizione della magistratura, ed è in corso una indagine interna all’università. L’ateneo ha anche deciso per il momento di disattivare le altre undici telecamere installate in altri locali, decisamente meno “privati” dell’università.