università inglesi tassa laurea
In tempo di crisi per tutti, specie per gli atenei, il governo
inglese, nello specifico Vince Cable, ministro alle Attività produttive delegato per l’istruzione secondaria, cerca di ingegnarsi per alimentare le casse degli atenei, il tutto senza aumentare i fondi pubblici. Come? Attraverso una nuova
tassa sulla
laurea.
Nelle accademie e nelle
università inglesi, il tetto per il pagamento delle rette universitarie tocca le 3200 sterline l’anno, un costo che viene sostenuto dagli studenti solo attraverso il
finanziamento e i prestiti della Student Loans Company, una agenzia dello Stato che nel succo anticipa tutte le spese. Denari che l’amministrazione inizia a veder restituiti una volta che lo studente avrà un
reddito annuo superiore alle 15 mila sterline.
Questo sistema, a detta di Vince Cable, non funziona più, e rispondendo alle critiche degli oppositori, ha ricordato come “la Gran Bretagna sia più
povera di due anni fa” e quindi bisogna trovare nuove strategie per assicurare a tutti il
diritto di studio, considerando che quest’anno, dei più di
600 mila studenti che hanno partecipato ai test di ingresso, almeno 200 mila rimarranno fuori.
Così nasce la proposta di “tassare” per circa
25 anni dopo la laurea, gli
stipendi degli ex studenti per restituire i soldi allo Stato, attraverso dei “prelievi” basati però sul reddito, per creare un sistema che tenga conto della posizione economica e mettere una linea di separazione tra “i
manager della City e i ricercatori”.