“Le osservazioni del Presidente della Repubblica alla legge Gelmini sono una piccola conquista del nostro movimento”, questo il commento di Luca Cafagna, uno degli studenti in prima fila nella protesta contro la riforma universitaria, che era presente nella delegazione di studenti che il Capo dello Stato ha ricevuto lo scorso 22 dicembre.
Riferendosi infatti alla notizia di ieri sulla promulgazione della legge Gelmini, le associazioni di studenti che hanno lottato contro l’approvazione nelle piazze italiane, hanno accolto con favore, lasciando comunque spazio per note di amarezza, il confronto auspicato da Giorgio Napolitano, in merito ad alcuni aspetti poco chiari o particolarmente critici del testo della riforma. Un confronto che per il capo dello Stato si rende ancora più indispensabile in vista dei numerosi regolamenti governativi e decreti ministeriali attesi per rendere operativa la legge.
“Napolitano ha preso atto, come dimostra questa lettera al Premier, del fatto che è mancato qualcosa: il Presidente sollecita adesso, infatti, un confronto che avrebbe dovuto esserci prima, e che purtroppo, come abbiamo sempre denunciato, non c’é stato” ha proseguito Cafagna, respingendo la proposta di un dialogo con il Governo non accolto in fase di dibattito parlamentare.
Ad annunciare altre forme di dissenso e giornate di protesta sono anche gli studenti di LINK-Coordinamento Universitario, che si rivolgono, oltre che a studenti, ricercatori e docenti, anche ai Rettori, ai quali chiedono di “disobbedire, e su questo daremo battaglia. Costruiremo proposte di statuti universitari in grado di bloccare la riforma e cambiare l’università dal basso”.
In una nota LINK sottolinea inoltre uno dei punti deboli individuati dal Presidente, riferendosi all’emendamento della Lega Nord che riserva ai residenti in una regione una quota delle borse di studio. “Il presidente ha sottolineato come quella norma razzista sia completamente incoerente con una legge che dice di favorire il merito”, chiedendo al Governo di rispettare le richieste di studenti e l’invito del Presidente a rivedere, fra gli altri, soprattutto questo aspetto.
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