L’Università di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, è stata nei giorni scorsi teatro di violenti scontri che hanno provocato la morte di tre persone. Il corpo a corpo tra studenti e forze dell’ordine ha avuto inizio quando un giovane, Fiston Zomambo Kapangu, è stato trovato impiccato per inscenare un suicidio, ma poi si è scoperto che era stato ucciso da un proiettile.
Gli universitari sono in agitazione per protestare contro lo stato di degrado, disorganizzazione e insicurezza dell’ateneo pubblico della capitale africana. Dopo la notizia del primo omicidio, gli studenti hanno incendiato gli uffici e la residenza del rettore, alcune automobili e un edificio in costruzione di proprietà del primo ministro della Repubblica democratica del Congo, Adolphe Munito.
Secondo la stampa locale alcuni delinquenti avrebbero approfittato della protesta per commettere furti, rendendo ancora più tesa la situazione. Per sedare le violenze le forze dell’ordine hanno esploso numerosi proiettili e almeno due persone sarebbero state uccise da pallottole vaganti, ma secondo alcune voci le persone uccise sarebbero molte di più.
Il ministro della Comunicazione e dei Media e portavoce del governo, Lambert Mende, ha parlato dell’incendio di 14 veicoli, denunciando il saccheggio della residenza del rettore e di un container con circa 500 computer donato all’ateneo dalla Corea del Sud. Due guardie che presidiavano il container – ha detto il ministro – sono state raggiunte da proiettili vaganti morendo poco dopo.
Fino a poco tempo fa il campus dell’Università di Kinshasa era presidiato da guardie disarmate, ma dopo l’omicidio di uno studente sono arrivati uomini armati e questo ha suscitato il malcontento degli studenti, che non si fidano delle forze di polizia.