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Roma Tre inaugura l’anno, ma gli studenti non sono contenti

da | Feb 2010 | News | 0 commenti

roma tre inaugurazione anno accademico


Oggi l’Università degli Studi Roma Tre ha inaugurato l’anno accademico alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dell’economista Robert Skidelsky, a cui è stata conferita per l’occasione la laurea honoris causa.
Anche il ministro Mariastella Gelmini ha voluto partecipare inviando al rettore dell’ateneo romano, Guido Fabiani, un messaggio di incoraggiamento.

“Roma Tre è un’università prestigiosa e vitale che ha contribuito alla riqualificazione di una parte importante della città” ha scritto il ministro dell’Università e della Ricerca, riferendosi al quartiere Ostiense, zona ex-industriale che negli ultimi anni è stata rivalorizzata con edifici e attività culturali.
Ma non tutti gli studenti sono stati contenti. Non è mancata infatti l’occasione per i collettivi universitari di esporre striscioni anti-riforma. “Non c’è niente da inaugurare – hanno detto alcuni studenti – il ministro sta destrutturando l’università. Già oggi qui mancano punti di ristoro, borse di studio e agevolazioni sui trasporti. Dopo la riforma sarà anche peggio”.
Lo stesso rettore, rispetto ai cambiamenti in corso nel sistema dell’alta formazione e della ricerca, ha sottolineato come “in Italia questo passaggio si stia rivelando difficoltoso e impacciato, e che da anni una permanente condizione di incertezza e di affanno affligga i singoli atenei e l’intero sistema universitario”. Il rettore ha poi invitato gli altri atenei a far sentire la propria voce in questa fase di discussione del disegno di legge sulla riforma del sistema universitario, perché, ha spiegato, l’Università ha bisogno di un intervento complessivo di riforma che tenga conto delle responsabilità di ognuno.
Tuttavia, “affinché un progetto del genere abbia successo occorre che l’Università non sia intesa nell’accezione riduttiva di “impresa-che-sforna-laureati”, ma in quella ben più ricca di Comunità scientifica di docenti e discenti, preposta alla funzione – disinteressata e non dipendente dal lucro – di sviluppare alta formazione e idee, insomma di generare futuro per i giovani e per il paese, fattore determinante dello sviluppo” ha spiegato il rettore.

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