ministro sacconi praticantato università
Nelle facoltà di Giurisprudenza il
praticantato necessario per l’esercizio della professione dovrebbe essere svolto durante il periodo di studi all’
università. A proporlo è stato il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali,
Maurizio Sacconi, intervenuto ieri su Rai Uno alla trasmissione
L’Arena, condotta da Massimo Giletti all’interno del programma
Domenica In.
Il ministro Sacconi si è voluto poi pronunciare sulla
riforma universitaria del 3+2, recentemente
bocciata dalla corte dei conti in un referto pubblicato due settimane fa.
Il 3+2 per Sacconi non era un’idea del tutto sbagliata: “Le università l’hanno applicata malissimo perché l’hanno costruita sui docenti e non sui ragazzi, sull’egoistica esigenza dei docenti” ha detto il ministro, secondo cui questo spiegherebbe anche l’eccessivo
allungamento dei percorsi di studio. Gli atenei hanno preferito percorsi sempre più lunghi “per salvaguardare tutte le cattedre che nel frattempo si erano attribuite” ha spiegato il ministro.
In questo modo, ha continuato il ministro, tutti gli studenti sono stati costretti a continuare con la
specializzazione dopo la laurea di primo livello: “un percorso che avrebbe invece dovuto riguardare solo una parte di loro” ha spiegato il ministro, che a questa interpretazione del 3+2 da parte degli atenei ha ricondotto anche il fenomeno dei
fuoricorso e le difficoltà che i giovani incontrano per accedere a pieno titolo nel mondo del lavoro.
Per questo, ha spiegato il ministro: “Dobbiamo incoraggiare innanzitutto un contatto con il
mondo del lavoro che deve avvenire già durante il percorso universitario”.
Bravo Sacconi ha colpito in pieno.
Secondo me, basterebbero corsi di 3 anni, e per ogni singola materia una parte svolta nelle università ed una parte fatta direttamente nelle aziende in modo da vederne l’ applicabilità, entrare a contatto con le aziende e capire meglio la materia stessa come viene usata in ambito lavorativo.
Questo prenderebbe tre piccioni con una fava:
1-verrebbero identificate quelle materie che non trovano riscontro pratico nel mondo lavorativo e potrebbero essere eliminate;
2-permetterebbe agli studenti di capire meglio le cose e di avere un primo contatto con il mondo del lavoro;
3-si risolverebbe il problema della disoccupazione giovanile, perchè sono convinta che se i giovani sono formati così come le aziende li vogliono, e studiano gli argomenti che interessano alle aziende, saranno assunti subito.