mini erasmus università palermo
Si chiama “
mini-erasmus” ed è un viaggio studio individuale che dura solo poche settimane. A lanciarlo in Italia è stata l’
Università di Palermo che ha inventato questa modalità di esperienza formativa per consentire a laureandi e neolaureati di affacciarsi al mondo del lavoro in una
città diversa dalla propria.
Il mini-erasmus, spiega l’Università di Palermo, è diverso dall’Erasmus vero e proprio perché ha una durata minima di
due settimane, ma anche perché è pensato di volta in volta in base a
progetti individuali che hanno a che fare con attività di ricerca, esperienze in azienda, progetti culturali specifici.
In altre parole, per partecipare al mini-erasmus è necessario dimostrare di aver
preso contatti con enti pubblici o privati, università, biblioteche, laboratori, istituti di ricerca – in Italia o all’estero – per svolgere
attività che sono coerenti con il lavoro di tesi, o comunque con il percorso formativo universitario. È quello che hanno fatto gli
studenti dell’Università di Palermo, presentando la domanda entro il termine del 29 gennaio scorso.
Questi studenti saranno poi selezionati da una
commissione, che deciderà chi può accedere al
contributo finanziario dell’ateneo. In particolare, i contributi messi a disposizione dall’Università di Palermo corrispondono a tetti di 1.500 euro, 2.000 euro e 2.500 euro rispettivamente per soggiorni in
Italia, in
Europa, e negli altri
continenti.
L’iniziativa dell’ateneo palermitano è stata definita dal
rettore Roberto Lagalla come “Una piccola rivoluzione nata per responsabilizzare i ragazzi e per rendere realmente proficue esperienze in Italia e all’estero che spesso si traducevano in viaggi collettivi interessanti, anche divertenti, ma senza una funzione precisa”.