Germania, dimissioni ministro accusato per tesi copiata
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Si dimette il ministro tedesco accusato di aver copiato la tesi di dottorato

da | Mar 2011 | News | 0 commenti

Il ministro della Difesa tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg lascia il suo incarico. Ricalcando i “sexgate” sempre più ricorrenti, il caso della Germania è stato definito il “copygate“, per descrivere le accuse mosse al ministro, che avrebbe copiato la sua tesi di dottorato presso l’Università di Bayruth, la stessa deputata ad approfondire la questione.

La notizia, data in anteprima dall’edizione online della Bild e ripresa dalla stampa di tutto il mondo, rivela che il titolare della difesa avrebbe già consegnato le sue dimissioni nelle mani della cancelliera Angela Merkel, la quale ha sostenuto Guttenberg in queste settimane di accuse da parte dell’opposizione.

I democratici non si sono infatti lasciati scappare questa occasione, rimarcando tramite il presidente del Bundestag, Norbert Lammert (Cdu), la gravità del caso che, se non avesse visto le dimissioni del ministro, avrebbe rappresentato “chiodo nella bara della fiducia nella nostra democrazia”.

Se si sia trattato o meno di plagio, cosa che avrebbe dovuto stabilire proprio l’ateneo di Bayreuth, non è ancora ben chiaro, visto che nelle settimane scorse il ministro ha respinto ogni accusa, rivendicando l’originalità della sua tesi di dottorato e l’assoluta autonomia nella scrittura. Fra le altre accuse infatti c’è quella di aver utilizzato i suoi collaboratori per “finalizzare” l’elaborato.

Tuttavia la vicenda ha creato non pochi problemi – spiefa il ministro Guttenberg – all’attenzione dei media sui fatti importanti della politica estera. Questo elemento sarebbe stato quindi decisivo nel fargli rassegnare le dimissioni, una decisione sofferta e “molto dolorosa”.

A protestare contro la permanenza alla guida del ministero erano stati anche circa 23 mila tra accademici, dottorandi e semplici cittadini. Con una lettera alla cancelliera avevano infatti criticato duramente la gestione della vicenda, che a loro dire ha trasformato in una “parodia” il dottorato di ricerca.

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