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Insediato il nuovo Cun: “Subito i fondi agli atenei”

da | Feb 2011 | News | 0 commenti

A quasi un mese dalle elezioni per il suo rinnovo si è insediato il Consiglio universitario nazionale (Cun), l’organismo di rappresentanza delle componenti accademiche che affianca il ministero dell’Università nelle scelte che riguardano gli atenei italiani. Alcuni dei suoi 57 componenti, infatti, sono eletto ogni quattro anni, mentre altri sono nominati da organismi universitari.

La prima seduta del consesso ha rinnovato a maggioranza la fiducia al presidente uscente: il professor Andrea Lenzi sarà dunque a capo del Cun per i prossimi due anni e promette di proseguire con rinnovato impegno l’opera di “accompagnamento” del sistema universitario verso il rinnovamento avviata nel corso del precedente mandato.

Dal Consiglio è giunta anche una mozione che chiede al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini di dar vita a un tavolo che affronti i punti critici. Il documento si concentra poi sul tema dei finanziamenti, sollecita la distribuzione del fondo ordinario 2011 e lamenta “l’assenza di una programmazione di medio periodo per il sistema universitario”.

Il Cun denuncia la periodica e causale sottrazione di risorse, dirottate su capitoli come il caso Alitalia e oggi quote latte. Proprio quest’ultimo capitolo rischia di compromettere – spiega il Cun nella mozione – “le risorse per i dottorati di ricerca, il Piano triennale del sistema Universitario, i fondi per le università non statali”.

Davanti a queste sfide, il presidente Lenzi ribadisce le linee guida che il Cun ha seguito e continuerà a seguire per “migliorare l’efficienza del sistema, monitorare l’andamento della riforma e sollecitare la politica nel finanziamento degli atenei”. Il Cun infatti ha contribuito a entrare nello specifico dei decreti e regolamenti di attuazione della riforma dell’università, ha stabilito gli indicatori di qualità dell’attività scientifica, ha messo a punto l’anagrafe dei professori e dei ricercatori, contribuendo alla riduzione del numero dei settori scientifici e alla revisione dell’equivalenza dei titoli accademici italiani con quelli internazionali.

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