Dimmi da dove vieni e ti dirò come parli l’inglese. Per concedere il visto agli studenti stranieri, Paesi come la Gran Bretagna e l’Australia chiedono un livello di conoscenza della lingua inglese sempre più elevato. E se per alcuni non è un problema, per i giovani di tanti Paesi, Italia compresa questo rappresenta un ostacolo talvolta insormontabile. Mettendo a confronto 44 nazioni non anglofone in Europa, Asia e America Latina, infatti, il quadro che ne è venuto fuori mostra competenze linguistiche molto diverse da Paese a Paese.
Per effettuare la comparazione l’agenzia di formazione linguistica Education First (Ef) ha messo a punto quello che definisce il primo “proficiency index” in inglese, in sigla Epi, che fissa degli standard utili appunto a comparare la performance linguistica degli adulti dei vari Paesi. A seconda del livello di padronanza si distingue dunque la competenza in inglese tra “molto elevata”, elevata”, “moderata”, “bassa” e “molto bassa”.
Paesi come Finlandia e Paesi Bassi conquistano la medaglia del livello più alto, seguiti da Austria, Belgio, Germania e Malesia, quest’ultima unica in Asia a vantare competenze molto elevate nella lingua inglese, escludendo ovviamente Singapore dove è la lingua ufficiale. A sorpresa, Cina e India, da dove parte la maggior parte degli studenti diretti all’estero, si posizionano rispettivamente alla posizione numero 30 e 31 della tabella con i 44 Paesi. Il risultato dell’india – spiegano da Ef – si spiea col fatto che nel paese la lingua inglese viene parlata ma non scritta mentre il test su cui si basa l’indice non “misura” il parlato ma è solo scritto.
Meno a sorpresa il posizionamento in fondo classifica di Italia e Spagna, notoriamente indietro nella diffusione di un livello elevato di conoscenza dell’inglese. Ciò nonostante l’Europa ha un livello media di conoscenza elevato ed è evidente la correlazione tra le competenze maturate e l’obbligatorietà di studiare l’inglese come prima lingua nel corso della carriera scolastica.