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L’università italiana e la riforma meritocratica secondo presidi di facoltà e personale docente

da | Mag 2010 | News | 1 commento

riforma meritocratica italiana


Creare i presupposti per un’università meritocratica è l’obiettivo che gli addetti ai lavori si sono prefissati con la nuova riforma del sistema universitario italiano.
Presidi di facoltà e docenti universitari stanno già individuando gli strumenti necessari per portare avanti l’idea che il principio meritocratico deve assolutamente penetrare nel sistema universitario italiano.
Da quanto riportato nel rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del paese del 2009, gli elementi sui quali si basa questa nuova riformulazione dell’università italiana,  sono essenzialmente  delle misure con cui perseguire l’obiettivo meritocratico nel sistema dell’organizzazione universitaria e post universitaria.

Innanzitutto secondo presidi di facoltà e docenti i finanziamenti statali dovrebbero essere distribuiti valutando in  maniera più approfondita il rapporto tra i progetti di ricerca presentati dalle facoltà e le risorse da impiegare per portarli avanti, attribuendo una scala di valori nella valutazione. Per esempio non distribuire i fondi statali ai progetti che al momento della valutazione corrispondono al valore 1, ovvero se il progetto non possiede i requisiti  per stipulare un accordo finanziario a sostegno della ricerca. Al contrario il valore 7 esprime il massimo accordo per il progetto di ricerca presentato.
Il secondo strumento è valorizzare la formazione post laurea riservando il diritto solo ad un’élite di studenti universitari e istituire dei corsi di laurea a numero chiuso desinati a formare studenti sempre più preparati.
Un altro cambiamento verso la creazione di un sistema più meritocratico è raggiungibile attraverso il ricambio generazionale del personale docente, mandando in pensione chi è ormai arrivato al culmine di anni e carriera per aprire la via ai ricercatori più giovani.
Inoltre secondo presidi e docenti eliminando il valore legale della laurea si potrebbe stimolare una sana competitività tra gli atenei e tra le facoltà.
L’importanza del principio meritocratico è in assoluto un concetto da concretizzare in ambito universitario, in quanto offrirebbe maggiori garanzie e opportunità per gli studenti, facilitando il lavoro di presidi e docenti e migliorando l’immagine e la competitività dell’università italiana all’estero.

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Anonima
Anonima
14 anni fa

Leggo cose assurde,numero chiuso, èlite, tutto pagato con soldi pubblici.
Potrei capire un’ èlite di nobili, di gente ricca, di cose pagate con soldi propri, ma un’ èlite del sapere la reputo una cosa assolutamente contro la democrazia.
Proprio il sapere che dovrebbe essere il simbolo della democrazia, il sapere che dovrebbe essere diffuso nella maniera più liberale possibile anche diffondendolo tramite rete, si vuole creare una èlite che può accedere a studiare a spesa pubblica, assurdo.
Il merito nelle università si crea mandando a casa i professori che non studiano.