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Brasile, dai petrolieri fondi per università e ricerca

da | Mar 2011 | News | 0 commenti

In Brasile l’oro nero sembra diventato una “fonte di energia” anche per gli atenei: i magnati del petrolio, infatti, stanno investendo milioni di dollari proprio nel settore universitario.Petrobras, il gigante petrolifero controllato dallo Stato, ha versato 700 milioni di dollari per supportare programmi tecnologici e scientifici negli atenei.

Non a caso, quando Dilma Rousseff ha prestato giuramento come nuovo presidente del Brasile, il primo gennaio scorso, ha definito le riserve di petrolio offshore del Paese “passaporto per il futuro”.

Recuperare da 50 a 150 miliardi di barili di petrolio intrappolati a centinaia di chilometri di profondità sotto il fondale marino non è un’impresa da poco. Per questo il settore ha bisogno di un’elite di nuovi ricercatori che sviluppino le tecnologie necessarie per sfruttare queste riserve ultraprofonde, nonché di un esercito di ingegneri che progettino, costruiscano e gestiscano macchinari per raffinerie all’avanguardia.

L’input è giunto ai vertici di Petrobras, leader nello sfruttamento delle riserve di petrolio, che sta facendo un massiccio investimento nel settore dell’istruzione superiore. Ha anche creato una rete con università partner, istituti tecnici e istituti di ricerca in tutto il Brasile per aiutarlo a soddisfare le sue esigenze di ricerca e sviluppo. Finora sono 110 le università brasiliane che hanno aderito al progetto.

“L’importanza di questo investimento è molto grande perché permette alle università di implementare il settore ricerca e sviluppo”, dice il professor Dimas Dias Brito, che è a capo di un nuovo centro di geoscienze applicate sulle attività di esplorazione e produzione del petrolio, che ricevuto 5,5 milioni dollari di da Petrobras.

Ma molti, nel settore istruzione, non vedono di buon occhio questa serie di ingenti finanziamenti da parte di un’unica società, peraltro controllata dallo Stato. Gli esperti pensano che i dubbi derivino dalla mancanza di abitudine di investimenti non direttamente statali, anche se recentemente si è registrato un aumento dei finanziamenti da parte delle imprese nel settore ricerca.

“Uno dei problemi principali è che gli investimenti in ricerca e sviluppo sono quasi tutti pubblici”, spiega il professor Armando Milioni, direttore accademico dell’Istituto di scienza e tecnologia presso l’Università Federale di São Paulo . “Per ovviare a questa problematica – dice Milioni – il Brasile avrà bisogno di espandere il suo sistema pubblico universitario per cercare di accaparrarasi gli investimenti che fino ad oggi hanno finanziato perlopiù gli atenei privati”.

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