L'Università di Alicante presenta la Barbie transessuale
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Spagna: l’Università apre alle differenze con la “Barbie transessuale”

da | Apr 2010 | News | 0 commenti

barbie trans Università Alicante


Barbie infermiera, barbie paleontologa, ambasciatrice della pace. Ne ha viste di tutti i colori la bambola tra le più vendute al mondo nella sua lunga carriera pluridecennale. Eppure stavolta potrebbe ancora sorprendersi. All’Università di Alicante, in Spagna è stata infatti inaugurata lo scorso 31 marzo una mostra che esibisce, tra varie installazioni artistiche e fotografie, la prima Barbie transessuale.

L’esposizione di Decide-T, una associazione che riunisce transessuali, omosessuali e bisessuali del sud della Spagna, si chiama InVisibles: Naturalezas transgresoras, ed espone in realtà nella Sala Miguel Hernández della Sede di Alicante dell’Università di Alicante, fotografie e performance del fotografo Manuel Antonio Velandia Mora e installazioni e costruzioni basate sul corpo umano di Andrea Cano.
Tuttavia gli elementi che hanno più destato scalpore sono stati quelli che mostrano un bambolotto che somiglia a Ken, con visibili fisionomie maschili, che indossa una parrucca e un vestitino floreale. E ha anche i tacchi a spillo. Una bambola che stravolge appunto l’icona fashion dai lunghi capelli biondi.
Barbie trans non ha perso comunque i suoi connotati tradizionali: ha seno, folti capelli, occhi dipinti con l’aggiunta di organi maschili perché, come spiega il quotidiano spagnolo ABC che ha riportato la notizia, l’obbiettivo era “creare una nuova bambola che lascerebbe senza parole il suo fidanzato Ken” – secondo le parole dell’ideatore – per quanto non sia noto se il famoso bambolotto e compagno di una vita della celebre pin-up abbia cambiato tendenze in fatto di scelte sessuali“.
Secondo gli artisti, Andrea Cano e Manuel Antonio Velandia, però, lo scopo essenziale di questa nuova creazione è quello di presentare ”Barbie perverse e sessuali, corpi travestiti, corpi transessuali, corpi che vengono resi invisibili per negare l’esistenza di questi esseri che ci sono estranei: questo non perché lo siano veramente ma perché rifiutiamo di accettare la diversità”. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 28 aprile.

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