L'Aquila, si indaga sull'affitto troppo caro di Ingegneria
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L’Aquila, si indaga sull’affitto troppo caro di Ingegneria

da | Mag 2011 | News | 0 commenti

L’Università degli Studi dell’Aquila sotto i riflettori per il canone troppo elevato che sarebbe stato pagato per la sede della facoltà di Ingegneria, presa in affitto a seguito del sisma del 6 aprile 2009. La notizia dell’apertura delle indagini da parte della procura della Repubblica del capoluogo abruzzese arriva a seguito di una lunga scia di polemiche.

A lanciare l’accusa nel corso di una conferenza stampa erano stati alcuni docenti e rappresentanti dei lavoratori dell’ateneo, secondo i quali non c’è stata alcuna valutazione comparativa della cifra richiesta per dare ospitalità alle attività accademiche nel capannone industriale della zona di Campi di Pile, a ovest della città, in passato occupato dall’azienda Optimes.

Il contratto – ha spiegato Sergio Tiberti, docente e membro del cda dell’ateneo aquilano – è stato stipulato il 15 luglio 2009, mentre una valutazione sulla congruità della somma pattuita è stata richiesta l’Agenzia del territorio soltanto ex post, il 24 luglio, e per giunta è arrivata a un anno e mezzo di distanza dalla stipula. Il canone annuo corrisposto dall’Università è di 1 milione e 900 mila euro esclusa l’Iva. La somma ricomprende i 700 mila euro da corrispondere per quattro anni a titolo di rimborso dei lavori di adeguamento della struttura fatti eseguire a spese dalla proprietà.

Il parere dell’Agenzia del territorio, come ha confermato lo stesso rettore dell’Università dell’Aquila Ferdinando Di Iorio, il canone corrisposto è più elevato dei 5,48 euro a metro quadro ritenuti congrui. Da qui la richiesta di un’indagine per danno erariale che per ora non fa segnalare iscritti nel registro degli indagati.

Dall’università arriva una secca replica: il terremoto di due anni fa ha messo in ginocchio l’ateneo per le vittime subite e per la mancanza di spazi agibili dove svolgere le attività didattiche e di ricerca. Le condizioni in cui si operava, dunque, e l’emergenza oggettiva di quelle settimane sono le scusanti per eventuali omissioni, ma l’ateneo tiene a sottolineare che i suoi organismi hanno sempre operato nell’interesse esclusivo dell’università e della città dell’Aquila.

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