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Erasmus Italiano, fondi raddoppiati e soglia ISEE più alta

da | Apr 2025 | Università | 0 commenti

Da programma poco conosciuto e scarsamente utilizzato a vera e propria leva per la mobilità studentesca, l’Erasmus Italiano sta attraversando una vera e propria fase di rinnovamento, arricchendosi con nuove normative e adattamenti economici. Infatti, nel 2024 è stato riconosciuto un finanziamento statale grazie al quale la soglia ISEE per l’accesso alle borse di studio Erasmus è stata alzata, garantendo l’accessibilità maggiore.

L’obiettivo è quello di democratizzare la mobilità tra gli atenei italiani, garantendo a un numero sempre maggiore di studenti di poter partecipare al programma.

Più fondi e inclusività per gli studenti

La prima grande novità riguarda lo stanziamento di fondi, dato che per l’anno 2024 il Ministero dell’Università e della Ricerca ha approvato un finanziamento di più di 7 milioni di euro. Con questa cifra si punta a sostenere il programma le spese di gestione che erano previste , infatti rispetto al 2023 i fondi sono più che raddoppiati.

Un’altra grande novità riguarda i nuovi criteri di accesso alle borse di studio, dove è stata alzata la soglia ISEE da 36.000 a 50.000 euro. Questo cambiamento porta con sé forti implicazioni sociali, estendendo l’opportunità di partecipare al programma Erasmus Italiano anche a quegli studenti provenienti da famiglie con un reddito medio.

Con queste novità, l’Italia punta ad ampliare l’accesso alla mobilità interna, rendendo una possibilità concreta per migliaia di studenti. Non solo per incentivare lo scambio culturale o la diversificazione dei percorsi formativi, ma anche e soprattutto per contrastare le disuguaglianze e garantire pari opportunità a seconda del sistema universitario in cui ci si trova.

I numeri dell’Erasmus Italiano

Sebbene le novità, i dati mostrano che il potenziale dell’Erasmus Italiano non è ancora stato pienamente realizzato. Attualmente sono 44 le università italiane che hanno scelto di aderire all’iniziativa, sottoscrivendo oltre 760 convenzioni tra di loro. E gli accordi, che riguardano principalmente i corsi triennali e magistrali, sono stati stipulati cercando di coprire il maggior numero di discipline. Tuttavia, le borse di studio richieste sono state in totale appena 468, un dato sorprendentemente basso in confronto ai fondi resi disponibili. Proprio grazie alla bassa affluenza è stato possibile accogliere tutte le richieste di finanziamento, erogando un importo medio di circa 600 euro per ciascun beneficiario.

La distribuzione geografica delle borse di studio per il programma Erasmus Italiano, rivela dei dettagli molto interessanti. Nel Sud Italia troviamo studenti più attivi nel richiedere l’accesso al programma, sono state erogate infatti ben 216 borse di studio. Differente la situazione invece al Nord, con 124, e al Centro, con 128 borse di studio richieste.

Questo squilibrio geografico può essere interpretato in diversi modi. Per le famiglie del Sud Italia, potrebbe riflettere maggiori difficoltà economiche, incentivando gli studenti a sfruttare le opportunità dell’Erasmus Italiano per arricchire il proprio percorso formativo. Dall’altro, potrebbe indicare una crescente consapevolezza del valore di questo programma come strumento di emancipazione e riscatto sociale.

Inoltre, il Ministero, ha annunciato l’intenzione di modificare le modalità di assegnazione delle borse di studio, introducendo due cicli di bando all’anno. Con questa mossa si va a garantire una copertura del programma Erasmus Italiano più ampia e continua nel tempo. In questo modo, si favorisce inoltre una distribuzione più razionale delle domande, facilitano l’accesso agli studenti che si organizzano in largo anticipo. Resterà però fondamentale il ruolo delle Regioni, che avranno il compito di adeguare e approvare le nuove misure ai bandi del 2025.

Il peso dell’housing universitario e il ruolo dei collegi universitari

Un elemento spesso trascurato, ma molto importante per il programma Erasmus Italiano, riguarda la disponibilità degli alloggi per studenti. L’Italia purtroppo è vittima di questo problema da anni, ossia l’housing universitario. Infatti, solamente il 5% degli studenti fuorisede riesce ad accedere a una residenza convenzionata o pubblica. Situazione totalmente problematica, a fronte del 12% della Germania e del 13% della Francia. Questo problema evidenzia una carenza infrastrutturale e un problema gestionale nella pianificazione delle politiche abitative per gli studenti.

Per risolvere questa situazione, si sta rafforzando il ruolo dei collegi universitari di merito, cioè strutture distribuite su tutto il territorio nazionale che offrono soluzioni abitative a prezzi contenuti e servizi formativi integrati. Attualmente in Italia sono 57 i collegi attivi e nell’ultimo anno accademico hanno accolto oltre 5.000 studenti. Dal 2016 a oggi, la crescita degli iscritti ha superato il 40%, dimostrando un crescente interesse per la questione.

Le borse di studio dedicate al programma Erasmus Italiano

Negli ultimi anni stiamo assistendo a un aumento progressivo dei fondi destinati al diritto allo studio, con una crescente attenzione verso borse di studio e agevolazioni economiche. Il rafforzamento del programma Erasmus Italiano si inserisce invece in un contesto più ampio, che mira a ridurre le diseguaglianze tra atenei e promuovere una maggiore equità nel sistema universitario.

Infatti, le borse Erasmus Italiano non coprono solamente le spese di trasporto o di soggiorno, ma rappresentano un riconoscimento del valore della mobilità come elemento formativo. Inoltre consentono agli studenti di frequentare corsi diversi, confrontarsi con nuovi docenti e metodi didattici e sviluppare competenze trasversali che vanno ad arricchire il proprio profilo scolastico e professionale. Ottimo considerando che il mondo del lavoro è sempre più interconnesso e competitivo.

Ma, allo stesso tempo, il sistema delle borse di studio Erasmus Italiano prevede una rete di supporto che rende più sostenibile il percorso universitario, soprattutto per chi proviene da contesti svantaggiati. Questo modello, se ben coordinato a livello nazionale e regionale, potrebbe diventare un punto di riferimento anche per altri Paesi europei che si interrogano sul ruolo della mobilità interna.

Uno sguardo al futuro

Comunque, il successo delle nuove misure dipenderà ampiamente da come verranno implementate nel sistema universitario. A partire dai bandi regionali, convenzioni tra università, gestione di alloggi e risorse adeguate. Sarà quindi fondamentale monitorare costantemente i risultati e analizzare, oltre al numero delle borse assegnate, se le università coinvolte sono pronte a offrire un’accoglienza adeguata.

Un’altra variabile dipende dall’efficienza nella comunicazione. Far conoscere il programma Erasmus Italiano, spiegare le modalità d’accesso e diffondere buone pratiche sono azioni indispensabili per allargare la partecipazione. Perché la mobilità non deve essere percepita come un lusso per pochi, ma come un diritto per tutti.

Far conoscere il programma Erasmus Italiano, spiegare le modalità d’accesso e diffondere buone pratiche sono azioni indispensabili per allargare la partecipazione. Perché la mobilità non deve essere percepita come un lusso per pochi, ma come un diritto per tutti.
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