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Ricerca, Yale University lancia allarme sul riscaldamento globale

da | Dic 2009 | News | 0 commenti

riscaldamento globale

La temperatura del pianeta può crescere più di quanto non crediamo. A dirlo è una ricerca condotta da un gruppo di geologi della Yale University. I risultati dello studio, comparso ieri sull’edizione online della rivista “Nature Geoscience”, parlano degli effetti della produzione di anidride carbonica sul riscaldamento globale.

L’incremento della produzione di anidride carbonica, secondo lo studio, potrà comportare un consistente aumento delle temperature a livello planetario. Un dato che arriva proprio in coincidenza con la chiusura del vertice internazionale di Copenaghen dedicato ai cambiamenti climatici.

I ricercatori della Yale University hanno spiegato l’impatto che l’anidride carbonica (CO2) può avere sul riscaldamento globale, ricostruendo come è cambiato il clima nei milioni di anni di storia della Terra. Un aumento relativamente modesto di CO2 tra i tre e i cinque milioni di anni fa , spiegano i ricercatori, avrebbe infatti comportato un innalzamento consistente delle temperature.

Secondo i modelli attuali, spiega lo studio della Yale University, ogni volta che raddoppia la produzione di CO2 la temperatura planetaria si innalza di 1,5-4,5 gradi Celsius. “Ma questi modelli prendono in considerazione soltanto gli effetti repentini del riscaldamento globale” dice Mark Pagani, uno degli autori della ricerca. In realtà l’incremento delle temperature nel lungo termine sarebbe assai più consistente, ed è quello che la ricerca della Yale University ha voluto dimostrare.

“Questo lavoro di ricostruzione delle temperature nel corso dei millenni rivela che il clima della Terra è più sensibile al biossido di carbonio atmosferico di quanto viene riportato nei dibattiti politici” ha spiegato Mark Pagani. Insomma, se continueremo a basare le nostre economie sulla produzione di CO2, non faremo che contribuire al surriscaldamento globale, con tutti gli effetti che ne conseguono: lo scioglimento dei ghiacciai e quindi la riduzione di risorse idriche a disposizione, la desertificazione e quindi la diminuzione di spazi coltivabili, l’innalzamento del livello del mare e quindi la restrizione della superficie terrestre a disposizione degli esseri viventi.

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