Università di Bologna, vietato criticare l'ateneo
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Università di Bologna, vietato criticare l’ateneo (anche sui social). Insorgono gli studenti

da | Ott 2014 | News | 0 commenti

Vietato criticare l’ateneo su qualunque mezzo di comunicazione, social network compresi. Lo stabilisce il nuovo codice etico dell’Università di Bologna, ma gli studenti non ci stanno e sono pronti a dare battaglia. L’accusa lanciata al rettore Ivano Dionigi è di quelle pesanti: violazione della libertà di parola. Secondo i contestatori della misura, infatti, l’Alma Mater Studiorum vorrebbe mettere il bavaglio ai propri iscritti in difesa del prestigio dell’ateneo.

Al centro delle polemiche c’è l’articolo 15 del codice etico e di comportamento dell’Università di Bologna che entrerà in vigore il prossimo 1° novembre, il quale al primo comma recita così: “L’università richiede a tutti i componenti della comunità di rispettare il nome e il prestigio dell’istituzione e di astenersi da comportamenti suscettibili di lederne l’immagine”. E più in basso, al comma numero tre si legge che “I componenti della comunità universitaria utilizzano tutti i mezzi di comunicazione in modo corretto e nel rispetto dell’istituzione e della riservatezza delle persone, evitando di diffondere informazioni, testi o immagini che possano nuocere al nome e al prestigio dell’università”. Infine, il quarto comma stabilisce che si “richiede a tutti i componenti della comunità di mantenere un comportamento rispettoso delle libertà costituzionali, del prestigio e dell’immagine dell’Istituzione, anche nell’utilizzo dei ‘social media‘”.

Queste parole, nella chiave di lettura degli studenti, sarebbero un modo arzigogolato per dire che è vietato criticare l’Università di Bologna. Tanto che il Collettivo universitario autonomo (Cua) ha già protestato in rettorato, sfilando in un breve corteo e appendendo uno striscione all’ingresso riportante lo slogan “Codice etico: codice dell’ipocrisia. A parlare dell’università siano gli studenti”.Il rettore Dionigi respinge le accuse, ricordando che “si tratta di regole approvate senza nessun problema anche dai rappresentanti degli studenti”. L’idea che a causa dell’articolo 15 sia vietato criticare l’Università di Bologna è, a suo dire, una distorsione  della realtà ad opera di uno sparuto gruppo di agitatori, i quali non perdono occasione per rendersi protagonisti di polemiche e atti di violenza. Infatti, precisano i vertici dell’ateneo, tra gli articoli del nuovo codice etico ce n’è anche uno che prevede che l’ateneo debba promuovere “un contesto favorevole alle occasioni di confronto”, riconoscendo la libertà d’espressione anche in forma critica (purché non si superino i limiti fissati dall’art. 15).
Le restrizioni previste dal nuovo codice sarebbero state pensate non solo per gli studenti, ma anche – e forse soprattutto – per i docenti, rei a volte di usare i social network con troppa leggerezza. Per questo, anche tra i professori serpeggia il malcontento, benché chiunque – studente o docente – dovesse commettere una violazione dell’art. 15 non incorrerebbe in alcuna sanzione disciplinare. La protesta degli studenti i quali ritengono che l’Università di Bologna abbia stabilito che è vietato criticare l’ateneo corre su Facebook, dove è stato aperto un gruppo in cui ciascuno può postare in forma anonima le proprie segnalazioni circa i problemi esistenti. Ma tornerà a farsi sentire anche dal vivo: per il 4 novembre, infatti, è fissata un’altra manifestazione.

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