Davanti al rettorato della Sapienza per chiedere a studenti, ricercatori docenti e intellettuali di protestare contro la riforma dell’università con lo sciopero della fame, proprio mentre il Senato avviava l’esame in terza lettura del provvedimento. La richiesta è partita dai cinque studenti dell’Istituto italiano di studi orientali in sciopero della fame da giovedì 16 dicembre e decisi a proseguire almeno fino a domani, in concomitanza con il via libera finale al Senato al ddl Gelmini.
Già due degli studenti in sciopero della fame hanno accusato malori, mentre i loro colleghi della facoltà di medicina si sono offerti di monitorare il loro stato di salute. Su consiglio di un docente medico ora al tè aggiungono non lo zucchero ma il sale, per evitare gli svenimenti, “ma il tè con il sale è imbevibile”, spiega Maria, studentessa in sciopero della fame che racconta le ragioni della protesta nel video che segue.
Alla mobilitazione non violenta degli studenti della Sapienza si sono uniti otto colleghi dell’Università di Pisa che promettono di continuare l’astensione dal cibo fino al ritiro del disegno di legge. Prendendo spunto dalla frase del ministro Tremonti “Con Dante non ci riempi un panino”, gli studenti rispondono “smettendo di mangiare” e invitando a loro volta gli universitari di tutta Italia a unirsi alla loro mobilitazione.
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