C’è una diffusa mancanza di etica nei college americani, e neanche la Catholic University of America di Washington si sottrae al fenomeno degli studenti che alle lezioni di chimica e letteratura preferiscono il sesso promiscuo e le grandi bevute.
Per riportare gli studenti universitari americani sulla retta via, John Garvey, presidente della Catholic University , ha annunciato la decisione di abolire i dormitori misti e di tornare alle camerate “single-sex”: maschi da una parte, donne dall’altra dunque.
“I due problemi più seri che si trovano ad affrontare gli studenti del college” afferma il rettore statunoitense “sono l’uso smodato di alcool e la cultura dell’abbordaggio“. Due cattive abitudini che sono alla base di problemi come le morti dei giovani tra i 17 e i 24 anni per incidente o la depressione. E come se non bastasse le ragazze, che avrebbero dovuto “contenere” le esuberanze dei ragazzi, si comportano spesso peggio di loro.
Secondo Garvey, che si rifà ad Aristotele e all’Etica Nicomachea, bisogna riscoprire la virtù e metterla a servizio dell’intelletto. Per farlo in pratica, e non solo in teoria, occorre ritornare ai dormitori divisi in base al sesso. A partire dal prossimo anno, dunque, alla Catholic University i dormitori misti potrebbero venire riconvertiti in dormitori separati. Una riconversione che, oltre a costare molto di più all’istituto rispetto al passato, potrebbe anche disincentivare le nuove matricole ad iscriversi.
La decisione avanzata dal rettore ha suscitato grandi dibattiti nel mondo cattolico e non, catturando l’attenzione anche di John Banzhaf, professore alla George Washington University Law School che ha vinto più di 100 cause in materia di discriminazione sessuale. Banzhaf ha affermato di voler citare in giudizio l’università appellandosi al District of Columbia’s Human Rights Act.
Il docente della George Washington chiede alla Catholic University di fornire un argomento legale per provare la reale necessità della loro decisione, che non viene considerata discriminazione sessuale solo nel caso in cui tornare ai dormitori “single-sex” sia un provvedimento che l’università prende per ragioni di natura economica.
L’università ha fatto sapere di non aver ricevuto alcuna citazione in giudizio e che, in ogni caso, la legge non prevede che uomini e donne vivano e dormano assieme. Banzhaf, dal canto suo, ha replicato che se l’università non cambia idea, citerà in giudizio l’istituto e la persona di Garvey.