Università di Messina, la 'ndrangheta pilotava gli esami
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Messina, le mani della ‘ndrangheta sugli esami universitari

da | Lug 2013 | News | 0 commenti

Ennesimo scandalo per l’ateneo peloritano: pare che la ‘ndrangheta facesse pressioni per pilotare l’esito degli esami all’Università di Messina. Questo è ciò che ipotizza la Direzione distrettuale antimafia della Città dello Stretto, che ha emesso sei ordinanze di custodia cautelare, di cui una nei confronti di un docente, nell’ambito dell’inchiesta denominata “Campus”. Le accuse contestate agli indagati sono tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio, all’usura e al millantato credito.

Le indagini condotte dalla DDA di Messina sono state avviate nel Luglio del 2012 e, secondo gli inquirenti, avrebbero consentito di individuare una vera e propria organizzazione criminale – che coinvolgerebbe anche con alcuni esponenti della ‘ndrangheta – finalizzata a condizionare gli esami universitari, i test di ammissione e perfino le prove di abilitazione professionale, specialmente quelle per diventare commercialista.

Gli inquirenti hanno fatto ricorso a intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti e pedinamenti, grazie ai quali sarebbe stato possibile accertare i metodi usati dall’organizzazione. Per controllare gli esami, i test di ammissione e le abilitazioni al fine di facilitarne il superamento da parte di alcuni studenti calabresi, il gruppo si sarebbe servito di un mix di corruzione e intimidazioni nei confronti del personale docente e tecnico amministrativo dell’Università di Messina.

L’ateneo peloritano non è nuovo agli scandali e non è la prima volta che si parla di infiltrazioni della ‘ndrangheta all’Università di Messina. E per il futuro c’è da aspettarsi un vero e proprio terremoto, almeno stando a quanto ha preannunciato ieri in conferenza stampa Angelo Bellomo, a capo della DIA di Catania, che ha eseguito i provvedimenti di custodia cautelare. Bellomo ha infatti sottolineato che l’inchiesta “Campus” non si limita solo ai soggetti già raggiunti da provvedimenti restrittivi, ma “c’è un secondo filone che riguarda tutte le facoltà dell’ateneo peloritano”, il quale – a detta degli inquirenti – vedrebbe il coinvolgimento di numerosi docenti.

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